di Epoca Sibilla

“Lo Stato paghi i tamponi ai No Vax”. Una notizia rimbalzata alle cronache nelle ultime ore. Dopo la Lega anche Beppe Grillo si è schierato a favore del test gratuito, sostenendo sul suo blog che il costo totale dell’operazione ammonterebbe a un miliardo di euro. Come ha osservato il ministro del Lavoro Andrea Orlando, così si direbbe a chi si è vaccinato che ha sbagliato. Ma soprattutto, la stima del garante del MoVimento 5 Stelle è sbagliata. Perché i costi sarebbero molto più alti. E perché sarebbe comunque impossibile riuscire a garantirli a tutti i lavoratori non vaccinati.

Come si pone Antonio Federico sulla questione e come commenta le dichiarazioni di Grillo secondo cui vi è la “necessità di una pacificazione sul Green Pass” e della sua sostenibilità economica “fatti due conti da ragioniere”?

“Tutto ciò che penso sul tema parte da una considerazione di fondo: i tamponi non sono una misura preventiva né immunizzante quindi dobbiamo vaccinarci, dobbiamo spingere sui vaccini quanto più possibile. D’altronde, se a differenza dello scorso anno, oggi i numeri dicono che non siamo davanti ad una nuova ondata, è solo grazie alla campagna vaccinale. Detto questo, aggiungo che l’impegno mio personale e quello di tutto il Movimento 5 Stelle alla Camera ha già portato dei risultati tangibili. Penso all’istituzione del fondo da 10 milioni di euro per chi non può vaccinarsi, ai prezzi calmierati per le persone fragili, al prolungamento della validità dei tamponi molecolari innalzata a tre giorni. Sono importanti passi avanti lungo un chiaro percorso di tutela dei soggetti maggiormente a rischio. Proprio per questo ritengo che qualunque ulteriore intervento dovrà essere calibrato sulle situazioni di reale necessità. Proprio in queste ore il Governo sta lavorando a due ipotesi: ulteriore riduzione dei prezzi dei tamponi o crediti d’imposta per le aziende che si fanno carico del loro costo”.

Una questione “complessa e ora spetta al Governo trovare soluzioni strutturali, adeguate e che tengano conto delle necessità di tutti, perché è chiaro che il mondo del lavoro non può essere considerato come una categoria monoblocco. Però bisogna fissare alcuni punti e tra questi dev’esserci necessariamente la tutela delle persone fragili, dal punto di vista sanitario ed economico. La campagna vaccinale procede bene, ma proprio ora serve uno sforzo ulteriore visto che stiamo andando incontro ad una maggiore libertà anche nei luoghi di affollamento. Quindi bisogna spingere sui vaccini, la misura più efficace per il ritorno alla normalità. In proposito è utile ricordare che, al momento, siamo all’81% di copertura vaccinale completa ed è chiaro che più cresce questa percentuale più ci avviciniamo ad abbandonare il Green pass. Insomma, guardiamo avanti con cautela e con fiducia. Come dico dall’inizio della pandemia, nelle situazioni di difficoltà che riguardano tutti, ciascuno deve avere la capacità di ragionare in termini di comunità, non in termini personali. La libertà del singolo deve farsi da parte quando lede le libertà di una intera comunità”.