Resta drammatica la situazione del Pronto Soccorso dell’ospedale Veneziale di Isernia. Lo scorso aprile a raccontare a OFF come stanno le cose era il primario Lucio Pastore. Il medico, che da anni si batte per una sanità pubblica avendo vissuto anche sulla propria pelle le conseguenze delle proteste, continua a evidenziare che la situazione non è sotto controllo. “La situazione sta scoppiando, stiamo arrivando agli sgoccioli, tutto il personale è sotto tensione e non ce la fa più”. 

E prosegue invocando che “vengano ripristinati gli organi, ricorrendo anche a misure eccezionali quali l’intervento di Emergency, già coinvolta per le criticità calabresi. Chiediamo il ripristino di posti letto adeguati o soluzioni, anche territoriali, che evitino che tante difficoltà del sistema siano scaricate sui Pronto Soccorso. Chiediamo – dice a Ansa Molise – percorsi chiari e sicuri in rapporto alle diverse patologie senza doverci continuamente arrangiare per dare risposte ai pazienti. Chiediamo si creino prospettive di rilancio di un sistema morente”.

Venerdì scorso decine di persone sono rimaste in attesa, tra ricovero e visite.

“Sicuramente l’evento dello scorso venerdì ha costituito un momento di criticità evidente del sistema. Il personale, che combatte con queste difficoltà, si è sentito ferito e non considerato, quando in una situazione di evidente difficoltà, comunicata alla dirigenza aziendale senza avere risposte, sono stato tacciato di dire cose false quando la stampa si è interessata al caso. Pertanto sono stati consultati i sindacati ed è stato indetto lo stato di agitazione. Non possiamo scioperare perché sarebbero danneggiati i cittadini e non sarebbe giusto. Tuttavia – spiega il medico – un faro va acceso e mantenuto su questa criticità. Il sistema si sta sfaldando in maniera evidente e si spera che altri reparti e ospedali si aggreghino alla protesta insieme ad altri sindacati, alla cittadinanza e alle forze politiche nuove. Le vecchie forze politiche dovrebbero fare mea culpa, visto che hanno generato questo collasso, e cambiare strada”.

Pastore annuncia: “Noi porteremo avanti un insieme di iniziative cercando di coinvolgere la popolazione. Il personale è stanco, stressato e demotivato dopo anni in cui è stato costretto a sempre maggiore precarietà gestazionale. Se, poi – conclude – si è deciso che va distrutto il sistema sanitario pubblico come bene comune, per privatizzare, che si proceda subito in questa direzione, evitando questa lunga agonia, e che le forze politiche si assumano in maniera chiara la responsabilità di questa scelta”.