di Miriam Iacovantuono

Partire dalla poesia per valorizzare i luoghi. Potrebbe essere questo un punto di inizio per dare valore al territorio, quello più nascosto, dimenticato, accantonato in un angolo. Un territorio fatto non solo di incantevole bellezza, ma anche di un patrimonio inestimabile.

Da questo territorio e in particolare da quello del Mezzogiorno e quindi anche dal Molise è stata colpita e ispirata Letizia Papi scrittrice toscana che, nella sua raccolta di poesia “Suditudine” edita da Il Bene Comune, descrive una miriade di sensazioni, tra cui anche quelle legate ai luoghi e in particolare quelli più interni, più intimi.

Nelle sue poesie l’autrice descrive un sentimento che mescola inquietudine e solitudine, alimentato da un’amorevole attrazione verso i luoghi meridiani, ovunque essi siano, con la loro luce radente, i suoni che si diffondono negli spazi solitari, come il rumore del mare d’inverno o del cicaleccio nei campi di grano, i muri assolati.

Un viaggio, quello di Letizia Papi che l’ha portata nei luoghi più intimi delle aree interne e così anche in Molise, godendo del paesaggio di Guglionesi e San Vincenzo al Volturno, dell’archeologia di Pietrabbondante e Sepino, della tradizione di Scapoli e Agnone. Luoghi che, come quelli più marginali del Sud o anche della Toscana, sono accomunati dalla caratteristica di essere solitari, un po’ abbandonati, comunque appartati.

“Per me questi luoghi rappresentano una fonte di ispirazione, ma anche una metafora per una condizione interiore. La poesia nascosta, che è già contenuta nei paesaggi di questi posti, è un po’ una prerogativa di questi luoghi dove a volte basta osservarli e scrivere con la speranza che poi la poesia possa essere d’aiuto ai paesi. Anche se i versi nascono dallo spunto dell’osservare un paesaggio, possono evocare dei temi importanti”.

Un paesaggio, uno scorcio, una roccia che per molti possono essere scontati sono già poesia, va solo tirata fuori e fatta conoscere. A volte la poesia è già contenuta in un paesaggio, in un luogo, basta solo porci l’attenzione in un modo reale, autentico, non essere solo visitatori distratti o dare per scontato quello che si ha intorno. Un omaggio al Molise è contenuto proprio nei primi versi della poesia Suditudine, che dà il titolo alla raccolta e in cui Letizia Papi descrive il Molise della transumanza, delle greggi e dei pastori, dei paesi e del buon cibo.

“Nella poesia Suditudine, i primi versi sono un omaggio al Molise andando anche un po’ contro questo motto antipatico che non ho mai apprezzato – “Il Molise non esiste”, ma il Molise esiste eccome ed è anche un momento in cui qualcuno finalmente se ne sta accorgendo. Mi viene in mente Scapoli per la tradizione, Guglionesi per il paesaggio, Pietrabbondante e Sepino per l’archeologia, ma anche l’accoglienza dei molisani e il buon cibo. Il Molise senz’altro ispira versi perché è una terra meravigliosa”.

Ma oltre alla bellezza dei luoghi Letizia Papi è stata attratta dalla dignità di queste zone più marginali.

“Parlo di luoghi solitari, perché attraversando il Molise ci sono questi paesi che si fanno vivi quasi per caso. Ed ecco la dignità di questi luoghi, di questi paesi solitari, di questo paesaggio curato. Ho avuto la sensazione che sia un peccato non conoscere questa regione, perché per chi come me sta in Toscana dove si vive in una bellezza sfacciata e il turismo è una meta di eccellenza, a volte non ci si accorge neanche più di ciò che si ha intorno e poi spesso questi luoghi vengo anche sfruttati e un po’ offesi, anche dall’eccessiva presenza di turisti. Invece mi sono immaginata per il Molise un turismo giusto, equilibrato, attento. Ho pensato che il turismo si meriterebbe questo, dei visitatori rispettosi e curiosi di questo luogo ancora molto da scoprire”.

E così la lettura di una poesia può essere un volano per incentivare il turismo in quei luoghi che sono accomunati dalla natura, dall’accoglienza delle persone nei piccoli centri, nelle aree più solitarie, più interne.

Il volume, oltre alla parte dedicata ai luoghi denominata Mediterranea, contiene una sezione che si chiama Braci dedicata ai sentimenti, alle relazioni con le persone. La sezione Ritratti racconta le immagini di persone che hanno portato l’autrice altrove attraverso diverse tematiche come quella dell’infanzia, della maternità, tematiche più intime, paesaggi interiori. Poi c’è la sezione Polifonia che contiene una poesia più sociale, legata anche alla pandemia e al tema della comunicazione con l’avvento dei social. Sezioni e temi, però che sono legati da un filo rosso che può essere proprio l’intimità. La stessa intimità che si può percepire nei luoghi più interni, ma anche le suggestioni emotive che sono sempre stimolate dai luoghi, di cui bisogna costantemente prendersi cura.

L’autrice di Suditudine attraverso le sue poesie vuole fare proprio questo, prendersi cura dei luoghi.

“Per me è una forma di attenzione, è un modo per volergli bene attraverso la scrittura”.

Ed è così che dalla poesia nasce la descrizione di quello che è un luogo, il disegno che si presenta davanti agli occhi di chi ne coglie la più nascosta intimità e che può essere da stimolo per tanti altri a guardare, a osservare quel posto, quella zona marginale con uno sguardo diverso, più attento e da cui cogliere il meglio da valorizzare e da offrire a chi decide di attraversare quei paesi, quei sentieri, di toccare con mano i sentimenti più nascosti, di scoprire le tradizioni, di assaporarne i gusti. La poesia quindi può essere il volano anche per un turismo che parta dalla conoscenza e dalla riscoperta e che arrivi fino alla giusta attenzione e alla cura dei luoghi.