di Miriam Iacovantuono

Ripercorrendo a ritroso le diverse azioni messe in campo in Molise in termini di finanziamenti per i servizi, per la sanità, per la pubblica amministrazione, se ne contano poche. È probabilmente difficile concretizzare manovre a favore del territorio con un debito di oltre 250 milioni di euro che pende sulla testa dei molisani come una mannaia e che fa vedere come un’utopia possibili investimenti. Nella seduta del 30 giugno 2015, infatti, l’allora Giunta della Regione Molise guidata dal Presidente Paolo Di Laura Frattura deliberò di “di approvare l’accesso all’anticipazione di liquidità di € 257.338.926,00”. Sembra difficile allo stesso modo immaginare un futuro in una regione dove è faticoso uscire da una crisi che dura ormai da tempo e dove i dati sullo spopolamento sono allarmanti – si parla di una perdita di 11
abitanti al giorno, vale a dire circa 4 mila in un anno.

Ma c’è un progetto Anci con cui si potrebbero mettere le basi per un cambio di rotta: MediAree Next Generation City, della durata di tre anni, che punta a supportare i Comuni capoluogo nella costruzione di un futuro migliore per le città attraverso il miglioramento delle competenze, dei processi e degli strumenti di pianificazione strategica sovra comunale. L’obiettivo è quello di sviluppare strategie e politiche urbane nell’ottica della transizione ambientale e della sostenibilità. Si tratta, dunque, di mettere in campo azioni volte alla semplificazione della Pubblica Amministrazione, di incrementare i mezzi dei Comuni capoluogo necessari per riuscire ad assolvere al meglio al ruolo, che già svolgono, di messa in rete e di coordinamento delle aree vaste che gravitano intorno a essi, rafforzando la capacità di gestione territoriale.

Il progetto, finanziato dal Dipartimento della Funzione Pubblica in qualità di Organismo Intermedio, con i fondi del PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-20, coinvolge 10 Comuni pilota. Si tratta di Avellino, Brindisi, Campobasso, Latina, Nuoro, Pordenone, Rimini, Siena, Siracusa e Treviso, che sperimenteranno modelli di Next Generation City per città inclusive, verdi e vivibili. Un sostegno ai Comuni che sono i veri protagonisti per un rilancio del Paese. E tutto questo è possibile attraverso delle azioni tangibili.

Si punta al rafforzamento della capacità di governance territoriale degli enti e la modernizzazione del sistema amministrativo territoriale che prevede l’individuazione di aree omogenee per la gestione di funzioni di coordinamento territoriale. Si vuole in concreto fare una valutazione di tutte quelle che sono le informazioni territoriali, necessarie
per tenere costantemente sotto osservazione lo “stato di benessere del territorio” e mantenere una riflessione continua sulla visione di sviluppo futuro e le strategie intraprese o da intraprendere per realizzarla.

Un progetto che per il Molise può essere visto come una buona opportunità di rilancio e rinascita del territorio, ampliando il più possibile il raggio di azione. Il Comune di Campobasso infatti ha lanciato una ulteriore sfida con la proposta innovativa legata allo sviluppo del progetto denominato “Costruiamo insieme il futuro nuove connessioni per la strategia dell’area vasta di Campobasso”, allargando il numero dei partecipanti al progetto, portandoli così da 4 a
15, coinvolgendo i territori della nuova area territoriale dell’Autorità Urbana di Campobasso nelle attività progettuali. Dunque, oltre a Campobasso, comune capofila, e a Campodipietra, Ferrazzano e Ripalimosani, già partner effettivi del progetto, saranno coinvolti anche i comuni di Baranello, Busso, Casalciprano, Castropignano, Fossalto, Matrice, Mirabello Sannitico, Oratino, Pietracupa, San Giovanni in Galdo e Vinchiaturo.

Per il sindaco di Campobasso, Roberto Gravina, far parte del progetto MediAree significa programmare e progettare in modo differente quelli che sono alcuni ambiti significativi che vanno dalla mobilità, all’innovazione e quindi alla digitalizzazione dei processi.

“Su queste basi si è considerato un allargamento del Comune e i vantaggi sono quelli di poter gestire in modo più vasto e condividendo con altri comuni – soprattutto quelli più piccoli – esperienze, buone pratiche e competenze”.

Si tratta di un progetto di condivisione che in questo caso coinvolge la nuova area territoriale dell’Autorità Urbana di Campobasso. Una sorta di cerniera che il capoluogo crea con gli altri centri e che favorisce determinate aree del territorio. Un punto di forza del progetto è quello di voler migliorare la governance multilivello e la capacità amministrativa nazionale tramite il potenziamento, a livello locale, di conoscenze, competenze e capacità delle Amministrazioni partner sui modelli di pianificazione strategica applicabili all’area vasta individuata, sugli strumenti utili ad avviare e consolidare i processi partecipativi con gli stakeholder locali e sulle metodologie di monitoraggio e valutazione dell’efficacia delle politiche e degli interventi individuati. Una strategia dunque che si pone tra le altre cose l’obiettivo di arginare il fenomeno dello spopolamento con azioni concrete.

“Non a caso ho voluto porre il problema delle aree interne e quindi della SNAI. Un progetto come questo mira a migliorare quelle che sono le attività di governance. Riteniamo che la Strategia di Area Urbana possa favorire una maggiore efficienza dei servizi digitalizzandoli anche per le comunità dei paesi limitrofi, tenendo conto che anche Campobasso, di fatto è soggetta a spopolamento. Se prima lo spopolamento riguardava le aree interne, Campobasso è di fatto area interna anche se non ha le dimensione di un comune di area interna. Tuttavia sicuramente riteniamo che si possa aumentare la qualità dei servizi come quelli per esempio amministrativi e questo è uno dei tasselli importanti per
raggiungere l’obiettivo ed evitare che persone lascino per esempio i paesi più piccoli per arrivare in città più grandi dove i servizi, da quello sanitario, ma anche quello amministrativo sono migliori, unitamente a quello della mobilità, tema attualissimo anche nell’ambito del PNRR”.

Un progetto che dai comuni più piccoli viene visto come una buona opportunità per superare le difficoltà che si trovano ad affrontare ogni giorno sul territorio. Per chi, come i sindaci delle aree interne, quotidianamente si fa portavoce dei problemi che attanagliano il territorio e che hanno acuito il fenomeno dello spopolamento, MediAree potrebbe soddisfare le esigenze delle aree più marginali. Per il sindaco di Castropignano, Nicola Scapillati, il progetto Anci è una buona occasione.

“Nessuno si salva da solo. Il metodo del progetto MediAree è quello giusto. Mettere insieme più esperienze e più competenze potrebbe portare a un risultato solo che positivo e per noi piccoli Comuni è una boccata di ossigeno”.

Un’idea che accomuna anche gli altri sindaci dei Comuni coinvolti. Il primo cittadino di Pietracupa, Camillo Santilli, sostiene che il suo comune, come anche gli altri che rientrano nel progetto, può trarre sicuramente dei vantaggi.

“Da soli ci rendiamo conto che non abbiamo nessuna possibilità di sviluppare attività o magari pensare a uno sviluppo turistico o altro. Abbiamo bisogno di sinergie e di lavorare insieme e per questo il progetto è positivo in tutti gli aspetti. Per un comune con pochi abitanti e in prevalenza anziani e con pochi giovani con scarse possibilità per un futuro migliore, MediAree può essere una buona opportunità”.

Comune l’idea che il progetto Anci possa portare a raggiungere obiettivi importanti e migliorare così le funzionalità delle diverse amministrazioni coinvolte, soprattutto di quelle che hanno poche risorse.