L’Italia diventa più digitale rispetto all’anno scorso, ma rimane comunque tra gli ultimi Paesi europei, molto lontana dalle performance migliori degli Stati in cima alla classifica, come Danimarca, Finlandia, Svezia e Olanda. Lo fotografa l’edizione 2021 del rapporto Desi (Digital Economy and Society Index), che dal 2014 la Commissione europea stila per confrontare il livello di digitalizzazione dei Paesi Ue.
L’Italia passa dal 25esimo al 20esimo posto della classifica. A migliorare sono soprattutto la copertura e la diffusione delle reti di connettività. Ancora male per quanto riguarda il capitale umano, settore in cui l’Italia, si legge nel report, è “significativamente in ritardo”. Il tasto dolente è dunque quello sulle competenze digitali degli italiani: è il 42% di cittadini, di età compresa tra i 16 e i 74 anni, ad avere “competenze digitali di base”, contro una media europea del 56%. In riferimento alle “competenze digitali più avanzate”, l’Italia rimane al 22%, contro il 31% della media Ue.
Bruxelles prevede però che le riforme previste dal piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) daranno un ulteriore impulso alla digitalizzazione dei servizi e alla modernizzazione della pubblica amministrazione in tutto il paese. “Il Pnrr – si legge nel documento – prevede una tabella di marcia ambiziosa, con riforme e investimenti relativi a tutti gli aspetti del Desi. Per superare i ritardi e colmare il divario tra l’Italia e gli altri paesi dell’Ue sono necessari sforzi costanti e un approccio integrato alle politiche in materia di capitale umano, innovazione e competitività delle imprese. Una robusta attuazione delle iniziative intraprese negli ultimi anni e delle misure previste dal piano per la ripresa e la resilienza può rappresentare un importante cambiamento di passo e un’opportunità per promuovere la digitalizzazione in tutto il paese”.