La pandemia accelera la sua corsa in Italia con una impennata di nuovi casi e ricoveri. Secondo il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe, rispetto alla settimana scorsa, sono aumentati tutti gli indicatori: i morti salgono a quota 402, in rialzo del 21,8%, i ricoveri in terapia intensiva crescono del 14%, i ricoverati con i sintomi del 15,5%, in isolamento domiciliare del 23,5%, mentre i nuovi casi di Covid superano quota 54mila, in rialzo del 32,3%.

“Per la quarta settimana consecutiva – dichiara Nino Cartabellotta, presidente di Gimbe – si conferma a livello nazionale un incremento dei nuovi casi settimanali (+32,3%) come documenta anche la media mobile a sette giorni, che in un mese è triplicata: da 2.456 il 15 ottobre a 7.767 il 16 novembre”.

Nelle ultime quattro settimane l’aumento della circolazione virale è ben documentato dall’incremento sia del rapporto positivi/persone testate (da 3,6% a 12,7%), sia del rapporto positivi/tamponi molecolari (da 2,4% a 5,8%) e positivi/tamponi antigenici rapidi (da 0,07% a 0,21%).

In tutte le regioni tranne Calabria e Umbria si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi, con variazioni che vanno dal 0,7% della Regione Puglia al 180% della Valle d’Aosta. In 84 Province si registra un’incidenza pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti: in Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Umbria e Veneto tutte le Province raggiungono o superano tale soglia.

“Di fronte a questi numeri – conclude Cartabellotta – è inaccettabile che gli amministratori non abbiano introdotto restrizioni locali, seppur impopolari, accettando il rischio che la diffusione del contagio trascini l’intera Regione in zona gialla”.

Ma non solo nuovi casi, anche sul fronte ospedaliero si registra un ulteriore incremento dei posti letto occupati da pazienti Covid: secondo il monitoraggio settimanale rispetto alla settimana precedente il rialzo è del 15,5% in area medica e del 14,3% in terapia intensiva.