di Miriam Iacovantuono

Piccola e accogliente la regione Molise per alcuni aspetti è ancora troppo ancorata al passato e a una mentalità che con fatica si riesce a sradicare. Da diverso tempo, è tra le regioni da dove i giovani vanno via con un biglietto di sola andata e sono pochi quelli che fanno la valigia per tornare. Ma quando parliamo di emigrazione si pensa sopratutto a un trasferimento per andare alla ricerca di nuove opportunità che, soprattutto nei piccoli paesi della regione, è difficile trovare a causa della mancanza di servizi.

Chissà, invece, quanti giovani sono andati via per evadere da una mentalità ancora troppo chiusa? Forse si fa fatica a immaginare, ma probabilmente per una persona LGBT+ è più facile vivere in un posto dove “non si deve rendere conto a nessuno” delle proprie scelte o del proprio orientamento sessuale. Il Molise da sempre viene descritto come un luogo formato da tante grandi famiglie che però a volte fanno fatica ad accettare una persona LGBT+. E quanta sofferenza si nasconde dietro a quegli occhi che nonostante tutto continuano a sorridere, dietro a quell’amore che non viene vissuto alla luce del sole. E ancora quanta sofferenza nel cuore di quell’uomo o di quella donna che non si sente tale. Luce Visco, presidente di Arcigay Molise spiega che tale situazione, che è più facile trovare al sud e nelle piccole province, troppo spesso è causata dalla mancanza di sensibilizzazione e formazione sulle tematiche LGBT+ e questo genera avversione, perché giudicare ciò che non si conosce è un atteggiamento tipico di ogni essere umano, anche se sbagliato.

“È questo lo scenario che si prospettava nell’estate del 2015, quando decidemmo di portare l’esperienza di Arcigay anche in Molise. Sapevamo di doverci impegnare tanto per destrutturare lo stigma omotransfobico. In un ambiente, come il Molise, totalmente estraneo alle tematiche LGBT+. La paura di vivere apertamente il proprio orientamento sessuale o identità di genere spingeva tante e tanti ad abbandonare casa propria per potersi vivere liberamente. Nel corso degli anni, grazie al lavoro svolto, ci siamo resi conto di quanto si stesse sgretolando quel muro di omertà che separava tante molisane e molisani dalla libertà di essere e di amare; specialmente dopo le meravigliose esperienze dei due Molise Pride”.

E presto ci potrebbe essere un ulteriore passo in avanti. Il Molise, infatti, avrà un Centro Contro le Discriminazioni Molise LGBT+ grazie a un finanziamento di 100.000 euro che andrà al Comune di Campobasso che ha risposto all’avviso pubblico relativo ai “Progetti per la costituzione di centri contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere”.

Il progetto del Comune di Campobasso, realizzato in collaborazione con Arcigay Molise e Cooperativa il Geco e in sinergia con altri soggetti, risulta tra le 37 proposte progettuali vincenti il bando relativo ai progetti per la costituzione di centri contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere. L’obiettivo del progetto molisano è quello di costruire, per la prima volta, un sistema di accoglienza e supporto all’interno del contesto della regione Molise, dove la percentuale di richieste di ascolto e aiuto è superiore alla media nazionale.

“Con la realizzazione del primo centro contro le discriminazioni LGBT+ abbiamo la possibilità di stare vicino a chi, giornalmente, vive situazioni di disagio o violenza. Il messaggio è chiaro, in Molise non c’è più posto per la paura! Lo spopolamento di donne e uomini LGBT+ in Molise è altissimo. Nel corso dei decenni sono davvero tante le persone che hanno cercato ambienti più “friendly” rinunciando alla propria terra. Sappiamo che la fondazione del comitato molisano di Arcigay ha rallentato questo processo di esodo, e contiamo, attraverso questo progetto, di stare al fianco di chiunque non si senta al sicuro qui in Molise”.

Grazie a questo progetto, infatti, sarà possibile offrire alle persone LGBT+ (Lesbiche, Gay, Bisex e Trans) che subiscono discriminazioni per il proprio orientamento sessuale o identità di genere, un accesso diretto all’interno del proprio territorio di riferimento. Soddisfazione è stata espressa dall’Assessore alle Pari Opportunità, Paola Felice e dall’Assessore alle Politiche Sociali, Luca Praitano del Comune di Campobasso.

“Siamo davvero soddisfatti per il lavoro fatto anche in sinergia con i soggetti che sul territorio lavorano quotidianamente sull’uguaglianza e sulla tutela dei diritti”.

Il centro vuole dare una risposta concreta e lo sportello sarà aperto cinque giorni a settimana, su appuntamento e permetterà ai cittadini molisani di poter usufruire di un servizio per cui spesso è necessario rivolgersi in centri già esistenti in altre regioni, evitando dunque la difficoltà legata agli spostamenti. Il progetto prevede che il Centro offra facilità di accesso presso sede fisica o la possibilità di usufruire di servizi online di supporto. Sarà garantito l’anonimato e la riservatezza, oltre a protezione e accoglienza in caso di necessità. Ci sarà inoltre un supporto di counseling e psicologico, l’assistenza legale sia civile che penale. Ma non solo, attraverso il centro si potrà accedere a un orientamento lavorativo e alla possibilità di formazione, oltre a un orientamento all’autonomia abitativa, mediazione
sociale, familiare, lavorativa e per chi vorrà anche consulenze informative mediche. Tra i servizi che potrà offrire vi sarà, inoltre, la possibilità di interloquire telefonicamente e online, nonché la disponibilità di un numero telefonico operativo h24. Il Centro avrà a disposizione uno spazio fisico adibito all’accoglienza per le persone che si rivolgeranno al centro antidiscriminazioni.

Per l’Assessore Paola Felice poter disporre di un servizio in Regione consentirà anche di comprendere meglio le richieste di chi subisce discriminazioni per il proprio orientamento sessuale o identità di genere e di confrontarsi con una realtà oggi ancora poco conosciuta.

“Ricordo inoltre che durante il primo incontro avuto qualche anno fa con l’Arcigay Molise per la realizzazione del secondo Molise Pride (il primo si tenne perché in commissione cultura il mio voto fu determinante per l’approvazione della proposta) chiesi un impegno concreto perché si lavorasse insieme, associazione ed Istituzioni, per andare oltre la sola sensibilizzazione. Per questo abbiamo aderito un anno fa alla Rete Ready e questo progetto finanziato dall’UNAR – Presidenza del Consiglio dei Ministri, ci darà oggi l’opportunità concreta di essere realmente vicini a tante persone e alle loro famiglie vittime della discriminazione. Un primo importante passo avanti”.

Per il Molise e non solo questo progetto è un importante passo verso l’uguaglianza e la tutela dei diritti. Il Centro Contro le Discriminazioni Molise LGBT+ va a squarciare il velo scuro della discriminazione lasciando guardare con gli occhi della speranza l’arcobaleno. E potrebbe essere un motivo in più per far restare o tornare chi in questa terra non si sente più a casa.