I rincari, nel settore food, dell’ultimo periodo hanno avuto forti ripercussioni sul carrello della spesa e mettono in difficoltà anche chi finora ha resistito. Dal primo Rapporto Coldiretti/Censis sulle abitudini alimentari degli italiani nel post Covid – presentato in occasione del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato da Coldiretti con The European House-Ambrosetti – emerge che nei prossimi mesi ci saranno almeno 4,8 milioni di italiani a rischio povertà alimentare.

I rincari, distribuiti lungo l’intera filiera agroalimentare, mettono i consumatori in seria difficoltà. Il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, sollecita azioni speciali per affrontare l’emergenza: “Dinanzi a una situazione inedita serve responsabilità della intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore per salvare aziende agricole e stalle”.

Uno dei timori manifestati dai consumatori nel Rapporto Coldiretti/Censis è che se si dovesse aggravare la pandemia il cibo sugli scaffali potrebbe scarseggiare. Va riconosciuto, a questo proposito, il grande lavoro svolto dai nostri agricoltori e dall’intera filiera alimentare: i rifornimenti non sono mai mancati nemmeno durante la fase più dura del lockdown. La filiera alimentare ha svolto un ruolo strategico, pertanto necessita di interventi e tutele particolari per essere potenziata e sostenuta affinché sia in grado di fare fronte alle emergenze, chiedono i cittadini che hanno partecipato alla stesura del Rapporto Coldiretti/Censis.

La buona notizia del Rapporto Coldiretti/Censis è che con la pandemia il 94% degli italiani è diventato più responsabile davanti allo spreco alimentare ed evita di buttare il cibo nella spazzatura, un’abitudine che è rimasta anche dopo l’emergenza. Scegliere prodotti del territorio è indice di preferenza per il cibo sano e di qualità, caratteristici del Made in Italy. Infatti l’agricoltura italiana è la più green d’Europa (sorpassa di molte lunghezze gli altri paesi UE). L’agroalimentare può avere un ruolo trainante per l’economia, ma va sostenuto e accompagnato dall’adeguamento delle infrastrutture.