di Miriam Iacovantuono

Tra le buone pratiche da perseguire per la rivitalizzazione delle aree interne del Molise e dell’Italia intera
ci sono le Cooperative di Comunità. Si tratta di una tipologia di cooperativa che crea opportunità di lavoro
e di reddito attraverso il riconoscimento delle potenzialità del territorio, facendo leva sul protagonismo
dei cittadini con lo scopo di dare risposte ai bisogni dell’intera collettività. Un tipo di realtà che si è fatta
strada in un piccolo paese del Molise, Montemitro.

E proprio in questa comunità di minoranza linguistica croata, nel 2018 è nata la cooperativa di comunità
RIKA, dalla volontà e dalla tenacia di 9 soci – 6 donne e 2 uomini.

Serena Miletti, una dei soci fondatori, spiega che l’idea iniziale è stata quella di fare qualcosa per il paese.
Anche Montemitro, come tutti i piccoli paesi va incontro al fenomeno dello spopolamento a cui si aggiungono altre problematiche come la carenza di servizi anche quelli primari, come per esempio la
mancanza di un bar, di un negozio che sono attività che danno vita a un pese in generale e ancora di più a
un paese piccolo.

“La cooperativa di comunità è una tipologia di cooperativa ben diversa da quella sociale e abbiamo deciso di formare questa realtà per provare a dar luce a delle attività o a delle iniziative che potevano essere fatte qui nel nostro paese”.

La prima azione portata avanti dai giovani soci della cooperativa RIKA è stata quella di rilevare un bar
appena chiuso, hanno poi risposto a un bando pubblico emanato dal Comune con cui si mettevano a
disposizione degli spazi comunali, aggiudicandosi un locale dove è stata spostata la caffetteria e un altro
dove è stato aperto un minimarket. Come cooperativa hanno quindi riaperto due attività fondamentali per
la comunità. A questo poi si unisce l’idea di realizzare un albergo diffuso.

“A tal proposito abbiamo partecipato a un progetto organizzato e supportato da Legacoop, ci siamo registrati su una piattaforma per il crowdfunding proponendo il nostro progetto che è stato poi scelto. Abbiamo raccolto una cifra base che può essere un punto di partenza. Abbiamo individuato delle case in paese, delle persone che vogliono darci la loro casa secondo degli accordi che verranno stabiliti. Quindi prendere queste strutture, sistemarle e creare una sorta di rete per fare un albergo diffuso”.

Un’idea che nasce dall’indotto turistico che si crea essendo Montemitro paese di minoranza linguistica
croata e che attira molti turisti che però non sempre hanno la possibilità di alloggiare in loco. Non solo
turismo, ma anche enogastronomia. Un altro progetto, a cui la cooperativa RIKA sta pensando, è il Borghetto dei Gusti, una sorta di mini trattoria per dare un servizio non solo alle persone del posto, ma
anche a chi arriva da fuori.

Con questo modello di innovazione sociale, dunque, così come prevede uno dei principi cardine delle
cooperative di comunità, i cittadini sono sia produttori di alcuni servivi che fruitori dei servizi stessi.
Servizi che devono rimanere all’interno della comunità e che si inseriscono in una rete fatta di cittadini,
soci, fruitori, a beneficio del paese.

Una realtà che va così a valorizzare il territorio, a creare un benessere collettivo e che mira ad arginare
anche il fenomeno dello spopolamento, perché senza lavoro anche i giovani della cooperativa RIKA
probabilmente non sarebbero rimasti.

“È un continuo mettersi in gioco. Ma rimanere significa anche essere convinti di dare una possibilità in più al proprio paese e anche a se stesso. Una persona che vive nel paese e lo vive in toto non può stare con le mani in mano, non può pensare che devono essere sempre gli altri a fare le cose. Se non si entra nell’ottica che la comunità la fanno le persone stesse che la vivono e quindi bisogna darsi una mano a vicenda, è difficile andare avanti. Bisogna mettersi in gioco tutti. Bisogna fare rete, soprattutto per questi piccoli paesi affinché non muoiano”.

La scelta di Serena e dei suoi soci è stata quasi una scelta istintiva, fatta anche di preoccupazioni, ma che
senza dubbio ha portato qualcosa di buono a se stessi e alla loro comunità a cui, durante diversi incontri,
hanno fatto capire cosa fosse una cooperativa di comunità.

“Abbiamo reso tutti i cittadini partecipi di quello che stiamo facendo, proprio perché non è un’attività propria come può essere un’azienda. È una cosa nostra, ma è per tutti”.

E dalle parole poi sono passati ai fatti, perché oltre alle idee più tangibili, ci sono piccole azioni che sono
state fondamentali per i cittadini di Montemitro, soprattutto durante il periodo della pandemia.

“Ci siamo occupati di fare la spesa a domicilio, di prenotare i vaccini, di scaricare i green pass a chi potesse avere delle difficoltà”.

Si sono dunque messi a disposizione dei loro concittadini, accentuando ancora di più il senso di comunità
che può essere una prerogativa in un piccolo paese. RIKA, dunque si presenta come una realtà che guarda con occhi speranzosi al futuro, non solo dei giovani soci, ma anche del territorio stesso. E proprio da questo concetto nasce anche l’idea del nome della cooperativa di comunità.

“RIKA in nanascio e in croato vuol dire fiume. Un termine che indica qualcosa che prosegue come il fiume che scorre. Il nostro paese poi è sul fiume Trigno ed è uno degli elementi caratteristici della vallata”.

Per Montemitro RIKA, ma anche l’energia e la volontà dei suoi soci che hanno deciso di non essere semplici spettatori, può essere un punto di partenza per ridare valore al territorio e arginare quelle criticità tipiche di un paese delle aree interne.