di Lucrezia Cicchese

La via mediana tra gli estremi spesso non è più larga di una corda tesa sulla quale si avanza per un prodigio di equilibrio, scrive Rachel Bespaloff nel suo saggio “L’istante e la libertà”

Leggendo un articolo di Barbara Stefanelli mi trovo in sintonia con l’idea che gli estremi sono diventati più estremi, la corda è sempre più tesa, l’equilibrio che dobbiamo (ri)trovare un’avventura quotidiana. E così ci si appresta a battere il sentiero del 2022. E in questo riscoprire, riappropriarci nelle nostre esistenze, sospese negli ultimi anni, qui e ora, quattro sono le cose da non dimenticare di questo 2021.

In primis i numeri del virus e delle sue varianti. Ieri il Molise ha registrato 434 nuovi contagi. Un numero mai visto e che ci dimostra che non siamo arrivati preparati a questa nuova ondata. I dati raccontano di una regione in allerta perenne e che nulla ha imparato negli ultimi, quasi, due anni.

Il secondo ci riporta alle vittorie nello sport dove “il Molise esistere e mena forte”. La judoka isernina ha conquistato il bronzo ai giochi di Tokyo, il calcio molisano è tornato tra i professionisti, una squadra di basket in serie A e così il senso di terra e appartenenza è stato come un “fare i conti” con quello che è e quello che vorremmo per questa piccola regione.

Terzo, il lavoro dei sanitari. Sono stati protagonisti di una stagione di sacrificio in un contesto lavorativo precario come quello molisano. C’è molto da fare e giungano queste parole con la necessità di aggiustare in fretta, tutto. Le scuse non sono più contemplate dai molisani.

E infine i molisani. Che giunga il coraggio ed accettazione di quello che siamo, senza continuamente inseguire quello che gli altri vorrebbero per noi.