di Miriam Iacovantuono

Gli anziani sono il patrimonio prezioso di una comunità. Sono i comunicatori della saggezza e delle esperienze ed è proprio a loro che si rivolge il progetto “San Pietro in Valle residenza diffusa” ideato da Roberto Colella.

Una start up che, oltre a tutelare le persone non più giovani, unisce tecnologia e quelle che possono essere le esigenze tipiche di un piccolo paese delle aree interne come per esempio i bisogni sanitari o le necessità sociali e culturali. Ma allo stesso tempo vuole recuperare i borghi delle aree più marginali e offrire delle opportunità di lavoro a giovani specializzati.

“Si tratta di un modello di borgo a disposizione degli anziani. Ogni anziano resta a vivere a casa propria, dove viene assistito attraverso la telemedicina e non solo. Intorno al progetto, infatti, ruotano una serie di figure che vanno dagli animatori sociali, agli operatori socio sanitari, psicologi e altro”.

Un progetto che mira alla tutela dell’anziano che rimane nel proprio ambiente, nella propria comunità, nella sua casa dove è assistito, a livello sanitario, h24 attraverso la telemedicina.

“Ogni anziano è munito di un braccialetto che ha dei sensori. Si tratta di un dispositivo tecnologico realizzato da giovani ingegneri della start up Sensor ID, che ha sede a Campochiaro, che monitora l’anziano che così a livello sanitario si sente più sicuro”.

L’anziano in questo modo, continuando a stare nel proprio paese, può usufruire di tutti quei servizi che esso offre e può continuare a svolgere tutte le sue attività quotidiane. Un’idea, quella di San Pietro in Valle residenza diffusa, che nasce proprio dopo aver conosciuto la comunità di questa borgata di Frosolone in provincia di Isernia, dove, da due anni, Roberto Colella ha attivato la Libera Università della Terza Età e del Tempo Libero.

“Dialogando con gli abitanti di questo borgo ho scoperto che nonostante la popolazione sia anziana, nonostante San Pietro in Valle è una frazione di Frosolone con 700 abitanti, solo pochissimi – meno di una decina – sono in case di riposo e il resto sono persone assistite a casa. Ho cercato così di mettere un po’ in rete i vari soggetti, le varie figure, per un modello un po’ più complesso che si trasformasse in una vera e propria residenza diffusa per anziani”.

Quello di San Pietro in Valle è un progetto pilota e ci sono alcuni anziani che hanno in dotazione il braccialetto in modo da provarlo. Il dispositivo, ogni 10 minuti, prende dei dati alla persona che lo indossa e che finiscono su un sito, su una piattaforma. I dati sono i parametri essenziali, ovvero il battito cardiaco, l’ossigeno nel sangue, la temperatura corporea, tutte cose molto importanti e se alcuni dati non sono precisi ecco che scatta un pre-allarme e quindi la persona che monitora dal computer questi pazienti si mobilita immediatamente.

La start up, oltre a tutelare le persone meno giovani, punta anche a una rinascita dei borghi, arginando lo spopolamento e offrendo delle possibilità occupazionali a figure professionali

“Il vantaggio iniziale è che si evita lo spopolamento. Siccome già soffriamo di questa forte emorragia, in questo caso gli anziani non sono costretti ad abbandonare il proprio paese per andare in un altro dove c’è una casa di riposo o spostarsi in città. Restano nelle proprie case, non si svuota maggiormente il paese, si ridà una certa vitalità, migliorando anche la qualità della vita e dei servizi, si recuperano anche delle strutture per realizzare delle attività ricreative e altro e si dà opportunità di lavoro a una serie di soggetti, giovani e meno giovani, puntando così sull’importanza anche del capitale umano. Ci sono quindi delle forti possibilità anche a livello occupazionale”.

Un’idea di un molisano, che parte dal Molise e che può essere sicuramente replicabile in tutti quei piccoli paesi dove la maggior parte degli abitanti sono anziani e dove c’è una carenza di servizi. Un progetto che dunque garantisce tutta una serie di benefici, migliora la qualità della vita anche a livello sanitario e crea occupazione.

Il progetto di Roberto Colella, è stato presentato alla call di Imprese per Abitanti organizzata da Appennino Hub che ha sede in Valmarecchia in Emilia Romagna e si è distinto tra 100 progetti arrivando alla fase finale, aggiudicandosi il premio SGR. San Pietro in Valle residenza diffusa dunque è un progetto che guarda al territorio puntando alla sua
rinascita creando possibilità lavorative a chi vuole restare o tornare. Allo stesso tempo, però è una forma di rispetto verso quelle persone – gli anziani – che di quel territorio sono un tesoro prezioso, sono l’identità e l’anima indiscussa di saggezza ed esperienza che possono così continuare a tramandare ai giovani, anima del futuro. Una start up che scrive un nuovo domani per gli anziani. Un domani che crea nuove opportunità per i giovani e che disegna un’altra serenità per l’intera popolazione.