L’Information Technology genera il 4% delle emissioni di CO2 a livello globale e si prevede che questa cifra aumenterà di tre volte entro il 2025 rispetto ai livelli del 2010: lo dice un recente report di Capgemini.

Si stima inoltre che il solo comparto IT a livello globale nel mondo delle imprese al 2025 avrà un’impronta di carbonio equivalente a 463 milioni di veicoli per anno. I data center, in cui vengono immagazzinati ed elaborati i dati, consumano dalle 10 alle 50 volte più energia per metro quadrato rispetto a un ufficio tradizionale. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, i data center sono responsabili per circa l’1% della domanda mondiale di energia. Su questi fatti e numeri le aziende si basano per orientare i loro business verso la sostenibilità.

Il Capgemini Research Institute ha verificato come sei organizzazioni su dieci nei settori dei prodotti di consumo, della vendita al dettaglio e dell’energia abbiano constatato di aver già generato un aumento dei ricavi da operazioni sostenibili. Non solo: tutte le realtà che hanno costruito una roadmap completa per accelerare l’implementazione di un comparto IT (Information Technology) sostenibile abbiano ottenuto punteggi ESG migliori (61%) rispetto a quelle ferme al vecchio modello energivoro producendo un miglioramento della soddisfazione dei clienti (56%) e un risparmio fiscale (44%) come risultato diretto dell’implementazione di pratiche sostenibili.

Anche in Italia si segue questo macro-trend globale, come dicono i dati raccolti nella Digital Business Transformation Survey 2021 di The Innovation Group (Tig). Circa la metà delle aziende analizzate prevede un aumento, rispetto al 2020, del budget aziendale dedicato ad attività e progetti sostenibili. Molte intendono sfruttare le risorse che saranno messe a disposizione con l’attuazione del Pnrr (58%), ma sull’accelerazione in questa direzione concorrono anche l’evoluzione delle dinamiche di mercato e la necessità di differenziare i prodotti (46%) e la maggior consapevolezza sulla necessità di promuovere investimenti virtuosi (38%). Tra i benefici immediati della svolta green ci sono il miglioramento dell’immagine aziendale e della brand reputation, oltre che delle relazioni con investitori e stakeholder.