Patrick Zaki torna in tribunale per rispondere alle accuse di diffusione di notizie false, dentro e fuori l’Egitto. La nuova udienza, la prima da quando è stato scarcerato lo scorso lo 8 dicembre, si terrà oggi – 1 febbraio – davanti ai giudici della città di Mansura. Il ragazzo egiziano, studente all’Università di Bologna, rischia fino a cinque anni di carcere. Lui stesso si dice ottimista per l’esito dell’udienza, che riconosce essere “decisiva”. Il ragazzo ha fatto sapere che la sua legale presenterà in aula “tutte le prove e le evidenze” per scagionarlo, in attesa della decisione finale “che potrebbe arrivare già oggi, anche se il magistrato potrebbe rinviarla di qualche giorno o anche una settimana. Non penso che la sentenza sia messa a punto già oggi: potrebbero volerci alcuni giorni per redigerla”.

Zaki è stato rinviato a giudizio lo scorso settembre. Prima di allora, dall’arresto al Cairo del 7 febbraio 2020, è rimasto in carcere sulla base di ordinanze di custodia cautelare rinnovate ogni 45 giorni. Al momento del primo arresto era stato accusato dei reati di diffusione di notizie false, incitamento alla protesta e istigazione alla violenza e ai crimini terroristici. Incriminati 10 post che avrebbe pubblicato sul suo profilo Facebook, da lui ritenuti falsi. Il procedimento iniziato formalmente a settembre si concentra invece solo sul reato di diffusione di notizie false. Sul tavolo della procura egiziana alcuni articoli in cui Zaki denunciava la condizione dei cristiani copti in Egitto, discriminati da frange di religione musulmana e perseguitati dall’Isis. Lo studente ammette di essere “preoccupato” per le passate accuse di istigazione al terrorismo, ma ha detto di non ritenere che questo dossier verrà riaperto. “Certo, sono preoccupato ma non penso che possano farlo. Perché dovrebbero farmi questo? Non c’é ragione”, ha detto.