Un Paese sostenuto da una migliore governance dei processi decisionali in materia di suolo, decision maker supportati da una campagna informativa solida e autorevole; agricoltori più consapevoli e protagonisti nella riduzione del consumo di terreno e nella sua tutela, insieme a professionisti, amministratori, studenti, docenti e cittadini. Sono questi alcuni degli obiettivi prefissati e raggiunti per Soil4Life, progetto con cofinanziamento della Commissione Ue, dai partner italiani Cia-Agricoltori Italiani, CREA, ISPRA, ERSAF insieme a Comune di Roma e Politecnico di Milano e con Legambiente capofila. A fine mese il giro di boa sulle azioni per il quadriennio 2018-2022, mentre inaugura domani 9 marzo il “Festival del Suolo”, tre giorni di eventi online con seminario conclusivo a Roma, venerdì alle 9:30, nella Sala al V piano della sede Cia (Via Mariano Fortuny, 20).

L’iniziativa organizzata da Cia in collaborazione con CREA, ISPRA ed ERSAF arriva a fine progettualità per dare ulteriore impulso alla promozione in Italia di un uso sostenibile ed efficiente del terreno e alla sua difesa, richiamando la diffusione e l’applicazione delle Linee Guida Fao e sollecitando normative adeguate a livello comunitario, per massimizzare l’erogazione di servizi ecosistemici senza comprometterne la fertilità, frenando il degrado e mettendo al sicuro la biodiversità.

Protagonista l’opinione pubblica, ma anche il mondo della scuola e della ricerca, e soprattutto gli agricoltori custodi della terra, in prima linea per preservarne il valore. Si stima, infatti, per l’Italia, una perdita annua rilevante della sostanza organica presente nel terreno, mentre l’Ocse ha fissato il limite dell’1%, quale indicatore per l’innesco dei processi di desertificazione. Su tutto il territorio nazionale esistono intere aree in cui questo limite è già stato superato, ma è anche vero che, negli ultimi anni, proprio l’agricoltura ha ridotto le sue emissioni (-25%), limitato il consumo di acqua e il ricorso alla chimica (-27%) e accresciuto le superfici biologiche (+56%). È cruciale nell’assorbimento di C02, sequestrando 0,5 tonnellate di carbonio per ettaro l’anno, e può concorrere a una reale transizione ecologica europea.