di Miriam Iacovantuono

In un territorio a rischio spopolamento la ricetta giusta per superare le difficoltà e guardare al futuro con occhi diversi è senza dubbio la condivisone e il fare rete. Ed è la scelta che sta alla base dell’associazione di aziende agricole che ha scelto di fare rete lungo il percorso del regio tratturo Pescasseroli-Candela.

L’associazione “Eccellenze del Tratturo” nasce nel 2018 con l’obiettivo di trasferire all’esterno i valori autentici del mondo contadino, condividendo esperienze e tradizioni e proponendo prodotti sani e genuini che identificano il cibo nel suo originario significato di sostentamento, cura e cultura. L’associazione nasce a seguito di un progetto presentato nell’ambito del PSR Campania 2014-2020, per favorire lo sviluppo e la promozione di filiere corte e mercati locali. Le aziende partner del progetto – azienda agro-erboristica Oro del Sannio, Fattoria La Sorgente, azienda agricola Nicola Petriella, Macchia del Rovo, azienda agrituristica Di Fiore, azienda apistica Cardo Anna –
sono accomunate dall’amore per la terra e per il mondo rurale e sono legate dal percorso tratturale che nel
tempo ha plasmato identità e caratteristiche socio-economiche, tradizioni e gastronomia tipica del luogo.

Sono accomunate poi da valori autentici che le legano alla terra e agli animali e che consentono loro di produrre prodotti di alta qualità, genuini e autentici. Si tratta di aziende e quindi di un progetto, ben radicate al territorio e che si propongono di accompagnare, chiunque lo voglia, alla scoperta del mondo rurale, del mondo contadino, fatto di saperi e tradizioni. Una scoperta che avviene attraverso i mercati contadini, le visite in azienda, laboratori
esperienziali e attraverso l’unione di tradizione e innovazione. Elena Di Maria, referente del progetto Core – Cultura cOntadina e Ruralità in Evoluzione che è legato a Eccellenze del Tratturo e vuole promuovere la cultura contadina come dialogo costante con la terra, spiega che il progetto vuole divulgare i valori della restanza di questi territori.

“Si vuole riuscire a dare un’idea che non è sono quella della sopravvivenza, ma qualcosa che possa incidere sul futuro e possa tracciare una via da percorrere. L’agricoltura è sempre stata vista come qualcosa di pesante e faticoso, ci vuole impegno, ma attraverso le aziende multifunzionali (partner del progetto ndr), si cerca di aprire il mondo contadino all’esterno”.

All’interno del progetto si inseriscono poi tutta una serie di attività che hanno come protagoniste le aziende partner a cui poi si uniscono i tanti visitatori che possono così toccare con mano il lavoro che questi imprenditori, agricoltori, contadini fanno. C’è una trasmissione di saperi e di tradizioni legate alla terra e all’agricoltura. C’è la trasformazione anche in qualcosa di ludico, di artistico di quello che è il lavoro nei campi o di ciò che viene ricavato dai campi. Un progetto che vuole rendere, donare quello che la terra conserva.

“Queste aziende, possiamo dire che sono un po’ custodi del territorio, di quelle che sono le tradizioni, ma non in senso nostalgico. Loro vogliono che questa ruralità si apra sempre di più all’apporto che può venire anche da fuori, perciò parliamo di una ruralità in evoluzione. Il tornare ai ritmi più semplici della natura e del mondo contadino, può essere beneficio per come viviamo oggi”.

Un progetto che può portare qualcosa al territorio e in questo caso a delle zone a rischio spopolamento. I paesi delle aziende partner del progetto e che si trovano lungo il tratturo Pescasseroli-Candela – Santa Croce del Sannio, Casalbore, Morcone e Circello – sono accomunati dallo stesso destino dei paesi delle aree interne.

“Le aree interne hanno il problema grandissimo dello spopolamento e della mancanza di servizi e del fatto che i ragazzi sono tentati di andarsene per cercare di meglio. Un progetto del genere almeno indica che se si vuole restare e si “inventa” qualcosa di nuovo da fare forse c’è una possibilità. È naturale però che poi le istituzioni devono agire. Non può essere una cosa singola e non può essere un progetto isolato. È necessario che il progetto sia ancorato sul territorio, in modo che possa incidere, che tracci una via, ma questa via poi deve essere sostenuta da chi ha strumenti per sostenerla”.

Dal progetto Eccellenze del Tratturo è venuta fuori una proposta di emanazione di legge nazionale di tutela e valorizzazione, come corridoi naturalistici dell’Appennino, a fini ambientali, turistici e produttivi, dei tratturi di interesse nazionale L’Aquila-Foggia, Celano-Foggia, Castel di Sangro–Lucera, Pescasseroli-Candela. Una proposta che è stata sottoscritta da molte associazioni e che è stata inviata alle istituzioni e al Ministero dell’Ambiente nel 2018, ma che poi è rimasta ferma.

Angela Maria Zeoli, agronomo e titolare dell’azienda Oro del Sannio, nonché promotrice della proposta di legge, afferma convintamente che i tratturi sono un patrimonio di biodiversità eccezionale e solo chi li vive quotidianamente e li tocca con mano ogni giorno può dirlo. Una legge a tutela e valorizzazione di queste autostrade verdi, può preservarli.

In merito poi al ritorno all’agricoltura e al legame con il territorio e in particolare a quello delle aree interne afferma che nelle aree interne, l’agricoltura deve essere multifunzionale perché non ha margini di sviluppo.

“Questo lo posso dire per esperienza. Quando mi sono laureata l’azienda c’era già, perché mi è stata tramandata dai miei bisnonni, solo che mi ero resa conto che un’azienda piccola di alta collina non dava possibilità di vivere in maniera dignitosa. Poi con l’evolversi e anche con le normative che hanno consentito di fare la trasformazione dei prodotti, con l’avvento dell’agriturismo, con le fattorie didattiche e con l’e-commerce ho visto che anche una piccola azienda di alta collina, se si sa muovere riesce a vivere in maniera dignitosa che è diverso dal sopravvivere, riesce a stare sul mercato, che è un mercato di nicchia e che vuole la qualità”.

Il progetto Eccellenze del Tratturo ha dimostrato al territorio che si può fare agricoltura in maniera innovativa. Le aziende partner infatti vengono osservate con curiosità, con interesse anche se poi però non tutti osano prendere la stessa direzione. È evidente quindi che c’è bisogno di un cambio culturale, di guardare quindi l’agricoltura con un altro occhio, quello della multifunzionalità.

“Purtroppo l’agricoltura è ancora vista come qualcosa relegato agli ignoranti. Chi non sa fare altro va a zappare, in realtà chi sa fare tutto il resto ritorna a zappare. Dovrebbe essere così”.

La speranza è che questo progetto, come tanti altri che hanno prodotto dei benefici al territorio e alle loro comunità, sia da esempio e da sprono per quanti non riescono ancora a trovare il coraggio di osare guardando al passato per poter costruire il proprio futuro.

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