di Miriam Iacovantuono

Terminato il ciclo di studi delle scuole superiori, molti giovani negli anni hanno deciso di tagliare il cordone ombelicale con la propria terra, il Molise, per andare a studiare fuori. Sono tanti infatti gli studenti molisani fuori sede che vivono a Roma, Milano, Firenze, Bologna e in altre città italiane e ognuno di loro lo sa bene che avere nella stessa città un corregionale significa sentirsi meno solo e percepire anche più corta la strada che lo separa dalla propria famiglia, dal proprio paese. E il senso di aggregazione e di condivisione tra queste persone, tra i tanti emigrati molisani, sta alla base dell’associazione Calciocavallo FC, che nasce da una idea semplice e spontanea, ma che nel tempo è diventato un punto di riferimento per molti.

Michele Santella grafico e founder di Calciocavallo, racconta che, come è soliti fare in Molise, i bei progetti avvengono attorno a una tavola imbandita. La volontà di un gruppo di amici fuori sede di vedersi e condividere periodicamente dei momenti, ha fatto sì che nascesse una squadra di calcio per poter partecipare a un torneo di calcio a sette, da cui poi è nato anche il nome dell’associazione.

“Il calcio sarebbe dovuta essere una delle parole chiavi del nostro nome, unita a un’altra che ci contraddistingue e che non può essere altro se non il cibo, e un prodotto tipico della nostra zona, per cui possiamo essere riconoscibili, è il caciocavallo. Da lì è nato il gioco di parole. Un nome che è abbastanza semplice ma che ci è sembrato geniale. A Calciocavallo si aggiunge FC che non significa Football Club ma Forchetta e Coltello e lo spirito goliardico che sta alla base della nostra associazione abbiamo cercato di evidenziarlo, fin da subito, anche in questo acronimo”.

Un progetto che nel tempo ha avuto molto seguito e così è nata una pagina Facebook dove la squadra, che si è rivelata essere un po’ scarsa calcisticamente, ha iniziato a raccontare le proprie imprese portando anche un po’ di Molise altrove, creando video, pubblicando meme 100% molisani, consigliando cosa vedere e soprattutto cosa mangiare in Molise, organizzando partite, feste, incontri in tutta Italia. Il periodo della pandemia ha poi portato a una evoluzione e a nuove aggregazioni, non solo attraverso il calcio, ma anche grazie ad altri sport come il padel, il ciclismo, il running, da cui poi sono venute fuori le divise ufficiali di Calciocavallo FC Molise.

Insomma un progetto che è diventato un punto di riferimento per tanti studenti fuori sede che avevano necessità di condividere la ricerca di un lavoro, passaggi verso casa, pacchi o stanze, ma anche una vetrina per il Molise e l’autenticità di questa terra, il tutto condito da sana ironia.

“C’è un’anima ironica in tutto quello che abbiamo fatto sin dal primo minuto della fondazione di questa realtà. Ci siamo interrogati moltissimo su che tipo di ironia utilizzare e poi ci è venuto spontaneo utilizzare un’ironia scanzonata e senza prenderci troppo sul serio e senza farci troppe domande”.

Una ironia che poi va di pari passo con la promozione del territorio e di ciò che di autentico e identitario si trova in Molise come per esempio il cibo.

“La promozione enogastronomica e turistica del Molise è venuta veramente in maniera spontanea. Come dice anche il nostro nome – forchetta e coltello – siamo stati sempre molto attratti dall’enogastronomia e poi siamo sempre stati grandi mangiatori e bevitori, tutto è nato a tavola e penso che finirà a tavola. È la cosa che continueremo a fare come gruppo di amici, perché siamo sempre stati molto attratti da questo e dai prodotti molisani in cui riconosciamo una grandissima qualità, una filiera perfetta che però hanno una scarsa comunicazione. La speranza è che con gli anni cresca sia il turismo molisano, che il consumo dei prodotti gastronomici molisani che sono di una qualità eccelsa”.

L’unicità e l’unione dunque sono due elementi molto importanti per questa associazione e lo hanno ben evidenziato nel documentario “Ema Ess Unit: La vera storia del Calciocavallo FC”.

“Il documentario racconta un episodio molto particolare. Era un periodo strano per la nostra squadra, perché era venuto a mancare da poco, a causa di un malore il nostro compagno Danilo Sabatino e gli animi erano spenti, non c’era la voglia di fare festa, eravamo provati da quel periodo triste per tutti. Durante una partita in cui stavamo perdendo, il nostro difensore di peso, Lino Vassalotti a centro campo urlò “uagliù ema ess unit” e noi abbiamo interpretato questo invito anche come uno sprono a non abbatterci più e che saremmo dovuti essere uniti in campo e fuori. Un messaggio che ci cambiò, tanto da metterlo su tutte le divise, cercando di utilizzare questa frase il più possibile perché è anche lo spirito con cui è stato fatto Calciocavallo. Noi cerchiamo di unire dei molisani fuori sede in città che possono trovare delle difficoltà anche ad ambientarsi. Cerchiamo di unire delle persone creando dei ponti e non dei muri e questo è il nostro messaggio e penso che così sarà per sempre alla base di Calciocavallo”.

E la stessa unione che sta alla base di Calciocavallo dovrebbe essere da esempio per tante altre realtà del territorio molisano, affinché possano trovare la forza per squarciare il velo della rassegnazione e spingere il piede sull’acceleratore per poter fare partendo dal basso come hanno fatto i ragazzi di Calciocavallo che, con il loro progetto, stanno facendo conoscere il territorio molisano e le sue autenticità.

“Con questo progetto abbiamo fatto promozione del territorio per farlo conoscere in maniera autentica come se dovessimo portare i nostri compagni dell’università o la nostra ragazza non molisana a casa nostra. Illustriamo quali sono le bellezze del nostro territorio, ma in maniera molto semplice, scanzonata e ironica e questa è la cosa su cui ci siamo sempre impuntati e spero perciò che questo progetto possa davvero portare qualcuno a visitare la nostra regione”.

Dunque, Calciocavallo può essere da esempio e un trampolino di lancio per il turismo in Molise.

“Spero che il nostro, insieme ad altri progetti e insieme soprattutto a delle politiche regionali di finanziamenti e di agevolazioni anche per giovani che tornano per aprire delle attività ricettive o legate al turismo, possano portare sempre più persone a visitare il Molise e soprattutto a viverci. Ma ancora di più che i tanti giovani, le tante personalità che vanno via dalla nostra regione in cerca di fortuna nel corso degli anni, possano tornare, ripopolare questa terra e fare qualcosa per la regione”.

E allora il messaggio è chiaro, “Ema Ess Unit” e creare la giusta rete e la fruttuosa sinergia per un futuro
diverso che non abbandoni l’autenticità e l’unicità del territorio.