Al via da oggi – 4 aprile – gli avvisi per la digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni locali, come previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Sono 22.353 le amministrazioni coinvolte, dai Comuni alle scuole pubbliche. I fondi – fino al 2026 – ammontano a 2,65 miliardi di euro (in foto, il premier Mario Draghi alla presentazione del Pnrr).
COMUNI – I primi avvisi sono destinati ai Comuni italiani, che potranno contare su circa 400 milioni di euro per cinque tipologie di interventi. Si va dal rafforzamento dell’identità digitale (Spid e Cie- Carta d’identità elettronica) allo spostamento dei servizi di incasso sulla piattaforma digitale PagoPa e all’attivazione in tal senso del più ampio numero di servizi possibile attraverso l’appIO. I fondi puntano poi alla migrazione dei dati in possesso delle pubbliche amministrazioni dal fisico all’online, oltre che all’implementazione della ‘piattaforma notifiche’, l’infrastruttura unica che permetterà agli uffici pubblici di notificare gli atti amministrativi a valore legale alle persone fisiche e giuridiche. Gli enti potranno fare richiesta aderendo a progetti standard già predisposti attraverso la piattaforma PA digitale 2026. Non sarà quindi più necessario presentare progetti. Ogni ufficio pubblico – in base a tipologia, dimensione e necessità -riceverà un finanziamento predefinito. Le risorse verranno assegnate in base all’ordine di prenotazione e saranno erogate tramite voucher.
I piccoli Comuni – aderendo a tutte e cinque le aree di intervento previste – potranno contare su importi indicativi fino a 250mila euro, i Comuni medi fino a 800mila euro e quelli più grandi da 2 milioni a salire. Il ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale Vittorio Colao spiega la decisione di partire con gli avvisi destinati ai Comuni perché “sono i più vicini alle esigenze dei cittadini”. Hanno partecipato alla programmazione del processo di digitalizzazione comunale Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), Upi (Unione Province d’Italia) e le Regioni (in foto, da sinistra: il presidente dell’Upi Michele De Pascale, il presidente dell’Anci Antonio Decaro e il presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome Stefano Bonaccini).
LE ALTRE PA – Gradualmente verranno poi coinvolte anche leRegioni, le Province, le scuole, le università, gli enti di ricerca e le Asl.