L’aumento record dei prezzi di benzina e gasolio ha un effetto sui costi delle imprese e sulla spesa dei consumatori. Sono tantissimi i settori interessati dai rincari, dalla filiera agroalimentare fino a quella della distribuzione. E questo spinge gli italiani a cambiare abitudini e ad orientarsi sempre più verso scelte low cost. Per capire le ragioni degli aumenti, va considerato che l’85% delle merci, per arrivare sugli scaffali, viaggia su strada in Italia. È quanto afferma la Coldiretti in riferimento al balzo record del costo dei carburanti, dalla benzina al gasolio. Il nuovo record di prezzi si trasferisce quindi sulla spesa con un aumento dei costi di trasporto oltre che di quelli energetici.
A subire gli effetti è l’intero sistema agroalimentare dove i costi della logistica arrivano ad incidere attorno ad 1/3 sul totale dei costi per frutta e verdura secondo una analisi della Coldiretti su dati Ismea. Le imprese italiane devono affrontare un pesante deficit logistico per la carenza di infrastrutture per il trasporto merci con un gap di competitività che penalizza il sistema economico nazionale rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea.
In Italia il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 euro/ chilometro, più alto di nazioni come la Francia (1,08 euro/chilometro) e la Germania (1,04 euro/chilometro, ma addirittura doppio se si considerano le realtà dell’Europa dell’Est come la Lettonia, la Romania o la Polonia secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga.
Il trasporto su gomma è rincarato del 25% al quale si aggiunge – continua la Coldiretti – la preoccupante situazione dei costi di container e noli marittimi, con aumenti che vanno dal 400% al 1000%. In generale, secondo il global index Freightos, importante indice nel mercato delle spedizioni, l’attuale quotazione di un container è pari a 9.700 dollari contro 1.400 dollari di un anno fa. Se si guarda poi in particolare a vino e cibo, a causa dei rincari energetici e della guerra in Ucraina, sono aumentati del 35% i costi per il vino italiano con un impatto pesante sulle aziende vitivinicole (analisi della Coldiretti su dati Crea). Le aziende vitivinicole Made in Italy – sottolinea la Coldiretti – si sono così trovate a fronteggiare aumenti unilaterali da parte dei fornitori con le bottiglie di vetro che costano più del 30% in più rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura il 40% per quelli di altri materiali.
E il caro prezzi fa volare gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che segnano +10,1% nelle vendite in valore, il più elevato tra tutti i canali di distribuzione, secondo quanto emerge dall’analisi Coldiretti sui dati Istat sul commercio al dettaglio ad aprile che registra un aumento del 5,5% degli acquisti alimentari rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Si tratta però, sottolinea la Coldiretti, di un risultato dovuto esclusivamente al caro prezzi con le quantità di prodotti alimentari acquistati che si riducono dello 0,8%. Il balzo dei discount evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo, in un periodo difficile.