È necessario potenziare il sequenziamento della variante BA.5 del Covid. È il monito della Fondazione Gimbe nel monitoraggio della settimana 1-7 giugno sulla pandemia in Italia. Il ‘caso Portogallo’ ha destato una certa preoccupazione in Europa – si legge nel report – in questo Paese il numero dei nuovi casi è salito da meno di 9 mila casi al giorno a oltre 29 mila in poco più di un mese, parallelamente all’aumentata prevalenza della variante BA.5 che il 20 maggio ha raggiunto il 37%, rispetto al 18,5% di due settimane prima.

Nel nostro Paese, l’ultima flash survey dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), effettuata sui campioni notificati il 3 maggio 2022, documenta una netta prevalenza della sotto-variante Omicron BA.2 (93,8% – range 65,6-100%) che in quel momento aveva quasi completamente soppiantato la BA.1 (3,52% – range 0-12,9%). Le nuove sotto-varianti BA.4 e BA.5 si attestavano invece rispettivamente allo 0,47% (range 0-4%) e allo 0,41% (range 0-5,6%).

Secondo quanto comunicato dalla Circolare del Ministero della Salute del 1 giugno, sarà a breve pubblicata una nuova flash survey condotta sui campioni notificati il 7 giugno 2022.

“In questo contesto in costante e rapida evoluzione – spiega il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta – è fondamentale potenziare il sequenziamento aumentando la frequenza delle flash survey, almeno ogni due settimane, soprattutto quando le autorità internazionali segnalano nuove varianti di preoccupazione”.

Allo stato attuale delle conoscenze BA.4 e BA.5 hanno una trasmissibilità del 12-13% superiore rispetto a BA.2 e una maggior capacità di evadere la protezione immunitaria – sia da vaccino che da pregressa infezione – aumentando la probabilità di reinfezione e determinando una maggiore resistenza agli anticorpi monoclonali.

Queste caratteristiche hanno indotto lo scorso 13 maggio l’European Centre for Disease Prevention Control (ECDC) a classificare BA.4 e BA.5 come ‘varianti di preoccupazione’. “Secondo l’ECDC – spiega Cartabellotta – le nuove sub-varianti non sembrano determinare una maggior gravità della malattia, ma se nelle prossime settimane/mesi il numero di casi dovesse aumentare in maniera rilevante l’impatto sui ricoveri ospedalieri potrebbe non essere trascurabile”.