Oggi, 20 giugno, è la Giornata Mondiale del Rifugiato, indetta dalle Nazioni Unite, un evento che da oltre 20 anni “celebra la forza, il coraggio e la perseveranza” di milioni di persone che ogni anno sono costrette ad abbandonare il loro Paese di provenienza per chiedere protezione altrove. Secondo i dati di Cimea, Centro di Informazione su Mobilità ed Equivalenze Accademiche, sono oltre 900 i rifugiati che nel 2021 sono stati integrati in Italia tramite il riconoscimento del loro titolo di studio. Solo nel 2021, il Centro specializzato nell’analisi e riconoscimento delle qualifiche ha preso in carico più di 1.300 richieste di valutazione di titoli di studio di rifugiati, a seguito delle quali ha rilasciato oltre 900 attestati di comparabilità, un documento che inquadra il diploma estero all’interno del sistema universitario italiano e consente a chi lo ottiene di proseguire il percorso di studi o immettersi nel mercato di lavoro del nostro Paese.

Il Centro dal 2017 aderisce al progetto coordinato dal Consiglio d’Europa “European Qualifications Passport for Refugees” (Eqpr), che promuove il riconoscimento dei titoli di studi dei rifugiati, anche in caso di documentazione parziale o del tutto assente. Durante le sessioni italiane svoltesi online nel 2021 sono stati rilasciati dal Consiglio d’Europa 28 passaporti europei delle qualifiche dei rifugiati. “Siamo convinti che gli strumenti che abbiamo messo a disposizione possano incentivare l’integrazione di persone che scappano da conflitti o persecuzioni e cercano di iniziare un nuovo percorso di vita nel nostro Paese”, ha dichiarato Luca Lantero, direttore generale di Cimea. “Abbiamo notato che le persone che hanno ottenuto l’attestato di comparabilità o l’Eqpr non solo hanno proseguito il percorso di studi in università o hanno trovato un lavoro, ma si sono sentite accolte anche nella nostra società. È proprio qui che sta l’integrazione, che noi continueremo a promuovere e che trova nel sistema universitario italiano un luogo aperto al dialogo e di esempio per tutto il Paese”.

Anche i dati confermano questa tendenza considerando che, dall’attivazione del servizio gratuito per coloro che hanno ottenuto la protezione internazionale nel 2015 ad oggi, il numero di richieste di valutazione e attestati rilasciati è cresciuto annualmente del 25%, fino ad essere raddoppiati nel primo semestre del 2022 rispetto al 2021, passando quindi da 1.300 richieste durante tutto l’anno scorso a oltre 2.600 soltanto nei primi sei mesi di questo anno.