Si moltiplicano le iniziative a livello locale di governatori e sindaci come la chiusura delle fontane, il divieto di lavaggio delle auto e di innaffiare orti e giardini fino allo stop all’erogazione dell’acqua potabile di notte.

Per rispondere alla siccità che attanaglia l’Italia è stato istituito un coordinamento tra i tutti i ministeri interessati e la Protezione civile sul fronte delle infrastrutture, delle competenze regionali e degli eventuali ristori e si va verso un decreto ‘ad hoc’ per la dichiarazione dello stato di emergenza.

Dopo una riunione a cui hanno partecipato il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, il sottosegretario Gian Marco Centinaio e il Capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, è stato affidato alle Regioni il compito di individuare i criteri da far pervenire alla Protezione Civile che predisporrà un Dpcm per il Consiglio dei Ministri.

È stato deciso che “si potrà proclamare lo ‘stato di eccezionale avversità atmosferica’”, per quanto concerne il settore agricolo, e sempre su proposta delle Regioni, “qualora il danno provocato dalla siccità superi il 30% della produzione lorda vendibile”.

Le Regioni sono in pressing: il loro presidente, Massimiliano Fedriga, ha chiesto che siano messi a disposizione i fondi del Pnrr per la realizzazione di nuovi invasi e per ammodernare gli impianti già esistenti per sprecare meno. Si moltiplicano inoltre le iniziative a livello locale di governatori e sindaci come la chiusura delle fontane, il divieto di lavaggio delle auto e di innaffiare orti e giardini fino allo stop all’erogazione dell’acqua potabile di notte.