“Oltre ai fragili, chi ha dai 60 anni in su. Da quell’età c’è un maggiore rischio di sviluppare una malattia grave”. Questi i pazienti che dovrebbero essere coinvolti nella campagna vaccinale italiana, che prenderà il via in autunno, secondo Franco Locatelli, oncoematologo presso il Bambin Gesù di Roma e presidente del Consiglio Superiore di Sanità. Ne ha parlato in un’intervista concessa al quotidiano La Repubblica, facendo il punto della situazione attuale circa l’evoluzione della pandemia di Covid nel nostro Paese. Si sta davvero andando verso l’endemizzazione del Sars-Cov-2, ha confermato l’esperto, ma occorre stare “attenti a non sottovalutare questa fase: il virus può continuare a fare male”.

“A differenza degli scorsi due anni, siamo in una fase in cui è netto e consolidato l’incremento della circolazione virale, dovuto a due fattori”, ha spiegato ancora Locatelli. “Abbiamo delle varianti con indici di contagiosità altissimi, a livello del morbillo, come Omicron Ba4 e Ba5 che oggi rappresentano già abbondantemente più del 50% dei ceppi virali identificati nel Paese. Il secondo fattore nasce dall’abbandono di gran parte delle misure non farmacologiche di contenimento”, ha poi aggiunto.

Tornando sul tema legato ai vaccini anti-Covid, Locatelli ha spiegato i motivi per i quali i nuovi vaccini attesi per la campagna vaccinale che partirà a settembre/ottobre saranno bivalenti, ovvero ancora basati sul virus di Wuhan e su Omicron 1, pur se ad oggi si sono diffuse sotto varianti diverse.

Locatelli ha poi commentato anche l’ipotesi dello stop all’isolamento per i positivi al Covid-19. “Grazie alle vaccinazioni, ma anche ad una minor capacità di Omicron di infettare le cellule degli alveoli polmonari, le manifestazioni cliniche sono meno gravi”, ha sottolineato, in riferimento ai dati odierni.