di Miriam Iacovantuono

È come riavvolgere il nastro, ritornare indietro per poter andare avanti. Tornare a (ri)vivere certi paesi affinché possano costruire un nuovo futuro. Un lavoro di recupero non solo materiale, ma anche dell’identità di un luogo. Con questo scopo nasce l’associazione calabrese “Borghi da Ri..Vivere” che si inserisce all’interno del percorso portato avanti negli anni dalla Fondazione italiana per la Bioarchitettura che opera su tutto il territorio nazionale per diffondere tematiche legate alla salvaguardia dell’ambiente, nella tutela della salute dell’uomo e nel rispetto dell’integrità e della valorizzazione dei luoghi. Giovanni Renda, presidente dell’associazione, spiega che proprio partendo dal discorso della ricostruzione post sisma, ha deciso di approfondire i paesi interni della Calabria.

“Un vero e proprio tour che mi ha portato a conoscere posti che non conoscevo, ho iniziato a scoprire bellezze straordinarie e così è nata l’idea dell’associazione Borghi da Ri..Vivere con l’obiettivo di mettere in campo delle azioni che facessero tornare a vivere quei luoghi”.

Istituire, dunque, un percorso unico di intenti tra i Comuni calabresi ma anche tra le associazioni, strutture turistiche ricettive e una serie di realtà per non far ulteriormente disperdere le inestimabili ricchezze che i borghi calabresi hanno da offrire. Borghi che vivono costantemente il dramma dell’abbandono ma che raccontano la storia del territorio, tracciandone nel tempo segni indelebili.

“La nostra attività, oltre al recupero del patrimonio edilizio, mira anche a valorizzare quelle che sono le caratteristiche straordinarie dei borghi, specialmente quelli che non sono conosciuti. In Calabria si parla sempre di turismo, ma come riferimento si prendono solo le zone più note. Per questo noi vorremmo tirare fuori le potenzialità di quei piccoli borghi che sono sconosciuti alla stragrande maggioranza dei turisti. Dobbiamo quindi lavorare su questi luoghi, tirare fuori le potenzialità e piano piano costruire quelli che sono i punti fondamentali da offrire ad eventuali turisti che cercano avventure ed esperienze nei borghi”.

L’obiettivo è dunque quello di andare a ricercare il valore nascosto, la bellezza e il patrimonio inestimabile di quei luoghi dove il turista non è mai andato e dove ci sono bellezze e identità straordinarie che meritano di essere portate alla luce. E questo può essere fatto attraverso delle attività che sono alla base dell’associazione “Borghi da Ri…Vivere” come la valorizzazione e la rigenerazione del patrimonio edilizio e architettonico dei centri storici, adottando buone pratiche di Bioarchitettura ed educazione ambientale; l’idea di costituire una rete di “alberghi diffusi”; rispolverare antichi mestieri, tradizioni e “sapori” locali; dare vita a laboratori per far fiorire nei centri l’arte e la cultura coinvolgendo i più giovani e tappe turistiche organizzate in tutti i borghi aderenti.

“La prima cosa che facciamo è una visita al borgo per renderci conto di quali sono le potenzialità, le identità e le tipicità locali da poter sviluppare, perché vogliamo identificare un borgo con le proprie caratteristiche e quindi con le radici, con la storia che sono esclusive di quel determinato luogo. Piano piano cominciamo a costruire delle attività, proponiamo di partecipare a dei bandi per cercare di usufruire di eventuali finanziamenti pubblici che possono avvalorare il nostro percorso. Tra i nostri obiettivi abbiamo quello di riscoprire vecchi laboratori e creare l’input per far sì che i giovani si possano occupare delle vecchie attività”.

Un percorso ben definito che va in un’unica direzione, quella di invertire il fenomeno dello spopolamento e quindi dell’abbandono e se guardando lontano la speranza è quella di scrivere una nuova pagina per questi territori, quello che serve è anche una forte volontà politica.

Le aree interne di ogni angolo del Paese devono tornare a occupare un posto prioritario nell’agenda politica. Serve una giusta programmazione, ma anche persone con delle competenze specifiche che
sappiano “muoversi” sul territorio anche in sinergia. Un ruolo importante è quello delle amministrazioni locali e dei cittadini da cui deve partire la volontà di valorizzazione del proprio territorio. E se il progetto dell’associazione “Borghi da Ri..Vivere” sta funzionando in Calabria dove l’associazione conta 44 comuni associati, può funzionare anche in altri territori delle aree interne.

“È importante che ogni abitante di ogni piccolo borgo creda nelle potenzialità e partecipi attivamente alla vita e alla ricrescita del Paese. Se non ci credono gli abitanti, gli amministratori e i giovani, difficilmente si riesce a recuperare un borgo. Per andare avanti bisogna crederci fortemente e sviluppare attività in continuazione, fino a quando piano piano il borgo non diventi un borgo appetibile e di qualità e venga ricercato dai turisti che si vogliono sentire cittadini temporanei e magari investendo, creando attività e facendo restare giovani”.

Così il percorso tracciato dall’associazione calabrese può allungarsi anche in altri territori fino a
recuperare il patrimonio tangibile e intangibile che, altrimenti, potrebbe perdersi nel tempo.