Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha deciso di dimettersi, dopo che i Cinque Stelle non hanno votato la fiducia sul dl Aiuti al Senato. Dimissioni respinte dal capo dello Stato Sergio Mattarella, che chiede al premier di valutare la tenuta dell’esecutivo “nella sede propria”, cioè in Parlamento. Si vedrà nei prossimi giorni a che esito porterà lo strappo apertosi nella maggioranza. E sono molti i dossier sui tavoli di Palazzo Chigi e delle Camere a rischio stop o rallentamenti per la crisi di governo.
PNRR – Cruciale la partita sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, che per l’Italia vale in tutto 191 miliardi di euro. Varate le norme generali, è nella fase operativa che i programmi diventeranno azioni concrete. Da qui a fine anno devono ancora essere raggiunti 55 obiettivi, su 100 totali previsti per il 2022.
DELEGA FISCALE – Per centrare gli obiettivi del Pnrr, Il Parlamento sta lavorando a misure importanti, come la delega fiscale per la riforma del sistema tributario, che dopo mesi di incertezza era riuscita a superare il nodo sul catasto arrivando in commissione al Senato.
CONCORRENZA – In commissione alla Camera c’è invece il ddl Concorrenza. Il suo articolo 10 è la causa scatenante delle proteste che da giorni i taxisti stanno portando avanti in tutta Italia. La norma vorrebbe aprire il sistema alla “concorrenza”, le auto bianche ne chiedono lo stralcio.
ENERGIA – Il prossimo 2 agosto scade il taglio di 30 centesimi delle accise su benzina e gasolio. Draghi, solo un giorno prima della scelta di dimettersi, aveva annunciato l’arrivo – entro fine luglio – di un provvedimento “corposo” con nuovi interventi contro il caro energia. Anche le misure ora in vigore per mitigare il costo delle bollette sono in scadenza. Gli oneri di sistema sono bloccati solo fino a settembre. Per la proroga serve un nuovo intervento.
CUNEO FISCALE – Draghi aveva annunciato l’arrivo di riforme strutturali nei prossimi mesi in tema di sostegno al reddito. Tra queste, il tanto invocato taglio del cuneo fiscale, che si traduce nella differenza tra lordo e netto della busta paga.
MANOVRA – Il premier puntava a inserire il taglio del cuneo fiscale nella prossima manovra finanziaria. Ogni settembre, prima di valutare quali interventi mettere in campo – e soprattutto con quali fondi – si deve stilare il nuovo quadro di previsioni.
PENSIONI – Ci sono anche le pensioni a cui pensare con urgenza: a breve scadranno Quota 102, l’Ape Sociale e Opzione Donna. Questi ultimi due meccanismi potrebbero essere prorogati, mentre si sta cercando un nuovo regime per consentire una maggiore flessibilità in uscita. Senza un ulteriore intervento si tornerebbe alla Legge Fornero.
BONUS 200 EURO – Secondo alcune indiscrezioni, l’esecutivo di Draghi stava pensando di estendere di almeno un mese l’erogazione del bonus 200 euro. Al momento il Decreto Aiuti pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 17 maggio prevede che l’indennità sia riconosciuta soltanto una volta.
IUS SCHOLAE – In calendario per luglio, alla Camera, c’è la discussione sulloIus Scholae, che prevederebbe la possibilità per i minorenni stranieri di richiedere la cittadinanza italiana dopo aver frequentato le aule scolastiche per almeno cinque anni. Una riforma molto divisiva, che vede Cinque Stelle e dem favorevoli ma il centrodestra contrario.
CANNABIS – Stesso calendario e stesse divisioni politiche per la norma che prevederebbe la legalizzazione della coltivazione domestica di modeste quantità di cannabis.
FINE VITA – Ancora una volta c’è anche il suicidio assistito su cui legiferare. Dopo il primo via libera della Camera a marzo, la legge sul tema è adesso in commissione a Palazzo Madama, dove però i numeri a favore sono più risicati che a Montecitorio.
DOPPIO COGNOME – Con la caduta ufficiale del governo si congelerebbe anche la possibilità di legiferare sul doppio cognome, così come sollecitato dalla Corte costituzionale che è intervenuta per sancire la possibilità di aggiungere quello materno.
ERGASTOLO E DETENUTI – A rischio stand-by anche le norme che rivedrebbero l’ergastolo ostativo, cioè il divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti di detenuti o internati che non collaborano con la giustizia.