di Miriam Iacovantuono

Il sostegno e la valorizzazione di un territorio passa anche per la promozione e l’attivazione di processi culturali. La cultura è quell’elemento vitale che può rimettere al centro la vita sociale e anche economica di un territorio. È il collante tra generazioni diverse. Il filo che unisce e che può cucire insieme le azioni di promozione e valorizzazione di un luogo.

Partendo proprio dalla volontà di supportare il settore culturale e creativo, nel 2009 la Fondazione
Unipolis promuove il programma Culturability con l’obiettivo di intercettare, fare emergere e sostenere delle iniziative di innovazione culturale e sociale. Roberta Franceschinelli, componente del team di Culturability, spiega che il programma che qualche anno dopo, nel 2013, diventa un bando, ha come fine ultimo quello di sostenere progetti di innovazione culturale e sociale, con un’attenzione particolare agli spazi culturali nati da processi di rigenerazione e riattivazione.

“È diventato un bando che nel corso degli anni si è concentrato e focalizzato sul sostegno a centri culturali con un impatto sociale e civico nati a partire da progetti di recupero, di attivazione di immobili dismessi, abbandonati e sottoutilizzati, attraverso processi di ingaggio comunitario”.

Un progetto che, quindi, vuole mettere al centro la cultura, ma allo stesso tempo supportare i
professionisti e le organizzazioni culturali in percorsi di capacity building e crescita; facilitare processi di confronto e open innovation tra istituzioni, pubbliche e private, e realtà culturali nate dal basso; favorire l’accesso alla cultura per ridurre le disuguaglianze sociali, incoraggiare la diffusione di occasioni di riflessione che formino cittadini critici e consapevoli.

Un percorso che si concretizza in un processo messo in campo per abilitare, connettere e supportare organizzazioni e spazi culturali, in grado di generare nuove energie nei diversi territori del Paese. Come si legge sul sito, alla base di questo processo ci sono tre parole chiave che rappresentano il cuore del programma: cultura, sostenibilità e collaborazione. Tre elementi fondamentali per trasformare il presente, costruire il futuro e progettare insieme.

“La cultura, la creatività e l’arte generano nuovi orizzonti di senso. Supportiamo organizzazioni in cui la cultura diventa enzima di cambiamento. La sostenibilità è essenziale per creare impatti positivi di lungo termine. Trasmettiamo questo valore alle realtà che accompagniamo con percorsi lunghi e di ampio respiro. Le grandi sfide non possono essere affrontate in solitudine. Sosteniamo, perciò, iniziative basate sulla cooperazione tra attori diversi che condividono visioni e obiettivi”.

Un progetto che negli anni ha generato bandi con misure diverse a sostegno della cultura e in varie
località italiane in generale. Puntando poi l’attenzione sulle zone marginali della Penisola si tratta di una buona opportunità anche per le aree marginali del Paese, dove troppo spesso le occasioni per fare cultura mancano e dove manca la lungimiranza e la sinergia per promuovere azioni che creino occasioni di riflessione e di discussione di varie tematiche. Occasioni per fare cultura, in definitiva. Culturability, dunque, anche per le cosiddette aree interne, può far emergere e sostenere delle iniziative di innovazione culturale e sociale. Ma allo stesso tempo può ispirare iniziative che vadano nella stessa direzione del progetto promosso dalla Fondazione Unipolis e dalle esperienze che si sono sviluppate negli anni e che sono raccolte nel libro “Spazi del possibile. I nuovi luoghi della cultura e le opportunità della rigenerazione”, curato da Roberta Franceschinelli.

Il volume, infatti, indaga il fenomeno della rigenerazione a base culturale in Italia a partire dall’esperienza di Culturability, il programma nazionale dedicato ai centri culturali innovativi nati da processi di riattivazione dal basso promosso da Fondazione Unipolis. Racconta la diffusione negli ultimi dieci anni in tutta Italia di nuovi centri culturali multidisciplinari e ibridi in cui si sperimentano linguaggi e si indaga il contemporaneo fuori dai contesti tradizionali. Luoghi in cui convivono spazi per la produzione artistica, biblioteche di territorio, coworking, atelier di artigiani, sale per concerti o per il teatro, contesti di attivazione e riattivazione che recuperano siti abbandonati dismessi, parzialmente inutilizzati o rifunzionalizzati.

Culturability, dunque, può essere definito uno stimolo culturale e soprattutto in quelle zone messe in un angolo, dove si fatica a trovare un luogo di ritrovo per fare cultura o dove mancano le energie, può innescare un circuito vitale e quindi culturale per lo sviluppo del capitale economico e umano. Allo stesso tempo, poi può portare ad azioni che puntino alla riqualificazione e rigenerazione urbana dei luoghi, ma anche alla riscoperta e rivalorizzazione del patrimonio identitario tangibile e intangibile di quel luogo. È un elemento determinante per promuovere la cultura nei territori.