di Miriam Iacovantuono

La vita in un piccolo paese delle aree interne è caratterizzata anche da difficoltà dovute alla mancanza di servizi, come per esempio esercizi commerciali che sono fondamentali per la vita degli abitanti. Partendo da questa mancanza, in Friuli Venezia Giulia, a Tolemazzo in provincia di Udine, nasce il progetto ‘Innovalp experiences. Le vetrine digitali di prossimità’ che parte dall’esigenza di individuare soluzioni, a livelli differenziati ed integrati, anche recuperando esperienze europee e regionali, in modo da rigenerare la vita del paese montano, attorno all’esistenza di economie locali e ai negozi che, indipendentemente dal numero di abitanti, dalle condizioni sociali e dal flusso turistico, devono essere messi nelle condizioni di poter esercitare attività e ricavare un reddito.

L’iniziativa parte da Cramars Società Cooperativa Sociale Tolmezzo che con questo progetto ha promosso una importante azione d’impegno nello sviluppo delle realtà montane friulane. Vanni Treu, responsabile del progetto per Cramars, spiega che creare una Vetrina Digitale di Prossimità
significa attivare una forma di welfare di prossimità.

“Il welfare di prossimità, a differenza del welfare pubblico, è una azione che ogni comunità si costruisce da sola, in funzione delle proprie esigenze. Pertanto, se il sistema pubblico di welfare possiamo definirlo come welfare di lontananza, (uguale per tutte le persone, indipendentemente dal luogo in cui le persone si trovino), il welfare di prossimità è in qualche modo il “welfare di vicinanza”, ovvero quel sistema di azioni che una singola comunità mette in atto per rispondere a esigenze sue e specifiche. Una vetrina di prossimità è pertanto una prima forma di attivazione di welfare di prossimità. Infatti, dentro le vetrine di prossimità vengono inseriti non solo i prodotti che, nell’ultimo negozio di paese non trovano spazio commerciale sugli scaffali, ma anche quei servizi di cui i cittadini del luogo necessitano”.

Il progetto nasce con l’ambizione di costruire un modello di riferimento, per le piccole località delle aree marginali, in cui sperimentare nuove forme di welfare locale, e che così bene hanno funzionato durante il primo lockdown del Covid, in cui ci si poteva spostare solo con le “giustificazioni”.

Pertanto, dentro ad una vetrina di prossimità non si trovano solo le merci che non trovano spazio sugli scaffali del negozio (carne, pesce, frutta, verdura, etc..) ma anche servizi ed informazioni utili a vivere meglio la comunità di riferimento. Ed è in questo contesto che si inserisce ProXima la Vetrina Digitale di Prossimità e che si installa solo dentro ad un negozio esistente, allo scopo di rafforzare la presenza del negozio, creare occasioni di socialità, far emergere le esigenze di welfare che le piccole comunità di aree marginali non sanno di avere. Si tratta dunque di un progetto che si è sviluppato attraverso delle azioni ben precise.

“Il progetto Vetrine di Prossimità nasce da una azione di ricerca in cui Cramars, (su finanziamento della Fondazione Friuli), andava a verificare come gli ultimi esercizi commerciali dell’arco alpino friulano, per rispondere alle esigenze dei clienti di riferimento, avevano riorganizzato la propria attività, creando del valore aggiunto, (welfare di prossimità), nella collettività stessa”.

Prima di attivare una vetrina di prossimità all’interno di un’area marginale è necessario verificare se esiste una connessione Internet, se nell’area di progetto esiste un commerciante disponibile a farsi anche “animatore di comunità”, se internamente all’area ci siano delle piccole e medie imprese che possono essere coinvolte nel progetto, se il commerciante di riferimento è disponibile a ospitare una vetrina di prossimità e quindi a lasciarsi formare, se le persone che frequentano il negozio sono disponibili a pagare un abbonamento per ottenere i servizi di ProXima, se l’amministrazione comunale sostiene il progetto. Da qui poi sarà necessario creare la rete con i grossisti di riferimento, (per la consegna delle merci), ma anche con le persone che desiderano offrire dei servizi (a pagamento), dentro alla comunità stessa con ProXima che diventa il luogo virtuale dove segnalare una esigenza oppure una offerta.

ProXima, dunque è una innovativa vetrina digitale che permette di avere molteplici prodotti e servizi tuttora inaccessibili in molti paesi di montagna. Si tratta di uno speciale totem interattivo dotato di schermo con tecnologia touch che consente di fare acquisti o prenotazioni online attraverso un software chiaro ed estremamente intuitivo. L’utilizzo è semplice e comodo, studiato per permettere agli abitanti delle aree interne di ricevere comodamente nella propria località e nell’arco di 24 ore tutto ciò di cui hanno bisogno: basta selezionare il prodotto o il servizio, la data di consegna prevista, e confermare l’acquisto.  La disponibilità al ritiro in negozio verrà automaticamente notificata via e-mail o sms. Smartphone, app, connessione a internet, o tutto ciò che spesso rappresenta un limite per le persone più anziane o meno abituate a interagire con strumenti tecnologici, non sono assolutamente necessari. È sufficiente recarsi nell’attività commerciale che ospita ProXima e sottoscrivere un abbonamento mensile o annuale: la versione base dà accesso all’acquisto di prodotti e prevede il ritiro della merce in negozio, mentre la modalità Premium dà il diritto alla consegna a domicilio e anche alla prenotazione di molteplici,
ulteriori servizi che saranno di volta in volta personalizzati in funzione alla disponibilità del negoziante.

ProXima non nasce con lo scopo di invertire l’inverno demografico delle aree interne e marginali. Le vetrine di prossimità sono solo uno strumento che consente di ricreare quei servizi di prossimità nei luoghi in cui né lo Stato né il mercato riescono a farlo.

“Certo ProXima, dentro ad una comunità, potrebbe contribuire ad arginare lo spopolamento nella misura in cui chi la gestisce e la progetta è consapevole delle varie tipologie di servizi aggiuntivi di cui quella comunità necessita nel tempo. ProXima nasce come modello che va adattato da territorio a territorio: se in un luogo esiste anche il panificio o la macelleria, in quel territorio dentro a ProXima vanno tolti i riferimenti potenzialmente concorrenti con altre realtà. Inoltre, ProXima è facile da utilizzare: oltre all’assistenza del negoziante che la ospita è possibile utilizzare anche una applicazione di Intelligenza Artificiale per fare gli ordini direttamente da casa, ed al negoziante arriva l’ordine delle merci da consegnare”.

Il progetto dunque è la risposta ad un’esigenza reale. Creare connessioni e salvaguardare la vita nelle piccole comunità e nelle aree interne, facilitando l’accesso a beni e servizi, è un obiettivo possibile solo grazie alla presenza di negozi di prossimità, linfa vitale del territorio, perché unici erogatori di servizi a favore di chi vi abita.

“I gestori dei piccoli negozi hanno manifestato la voglia di innovare perché hanno ben chiare le proprie potenzialità di vendita ed erogazione di servizi. Hanno un legame con la comunità che si è rafforzato durante pandemia, un aspetto che oggi con ProXima possiamo valorizzare, senza dimenticare l’aspetto umano. Il Covid ha stravolto il mercato, i modelli di business e i comportamenti dei consumatori, facendo diventare necessaria la presenza di negozi di vicinato, ma talvolta nei piccoli paesi di montagna anche il reperimento di prodotti freschi o facilmente deperibili può risultare difficile, non immediato. Ecco, quindi, che ProXima rappresenta la risposta a un’esigenza reale, che permetterà ai piccoli negozi di riconquistare la propria centralità e favorirà la crescita dell’economia locale”.

Il progetto ha ottenuto il primo posto nel contest “Chi l’ha fatto?” promosso da Cittadinanzattiva e
dedicato alle esperienze innovative che hanno contribuito a migliorare la qualità di vita di chi risiede nelle aree interne del nostro Paese. É stato riconosciuto come un progetto innovativo e sostenibile per i bisogni primari della popolazione residente nelle aree interne delle valli alpine friulane. ProXima, la Vetrina Digitale di Prossimità, può dunque contribuire a migliorare la qualità della vita delle comunità e rappresenta un pregresso innovativo di integrazione socio-economica e contribuisce a sostenere economicamente gli esercizi ed i produttori locali.

È un’innovazione a servizio della collettività e restituisce umanità alla popolazione.