Riscaldamento da accendere 15 giorni dopo e per un’ora e un grado in meno, smart working per tutti i dipendenti pubblici e insegne dei negozi spente dopo le 23. Il piano di risparmio energetico del governo Draghi prende corpo mentre l’Europa studia il price cap. Ma c’è un problema di coperture. La tassa sugli extraprofitti delle aziende dell’energia ha portato in cassa soltanto 1 dei 10 miliardi attesi. E per questo alcune forze politiche chiedono uno scostamento di bilancio.

La deadline per le nuove misure è prevista per la prossima settimana. Mentre è in arrivo anche la proroga per gli sconti sulle accise, che saranno finanziati fino al 5 ottobre.

Ecco i cambiamenti previsti:

  • tutti i dipendenti pubblici in smart working: la misura che porterebbe risparmi importanti è sul tavolo dell’esecutivo, che intanto ha già deciso di abbassare il termostato di un grado in tutti gli uffici. La misura porterebbe un risparmio dell’8% sui consumi;
  • ritardare di 15 giorni l’accensione dei riscaldamenti: porterebbe un risparmio del 17,5% dei consumi complessivi delle abitazioni. Con un’ora in meno di accensione, un ulteriore 3,6%;
  • taglio dell’illuminazione pubblica e delle insegne dei negozi: già ora è prevista la possibilità di ridurla del 40% nelle aree urbane. Negli esercizi commerciali le luci si spegneranno alle 23;
  • imprese energivore: previsti tagli della produzione e compensazioni da parte dell’esecutivo. L’industria manifatturiera avrà 50 miliardi di extracosti da sostenere.

Allo studio del governo c’è anche la chiusura anticipata degli uffici pubblici (alle 17,30) e dei negozi, che potrebbero invece chiudere alle 19. Mentre per i locali notturni il coprifuoco verrebbe fissato alle 23. I razionamenti non riguarderanno scuole e ospedali, così come gli altri servizi definiti essenziali.