118 Sindaci molisani (su 136) hanno espresso parere favorevole alla costituzione di un centro Covid presso la struttura del Vietri di Larino. I primi cittadini hanno sottoscritto un documento – il cui primo firmatario è proprio il capo dell’Amministrazione larinese, Giuseppe Puchetti – in cui si leggono, con estrema chiarezza, le motivazioni che sono alla base della scelta effettuata dagli amministratori.

Sono passati mesi dalla dichiarazione di crisi pandemica e nel corso di queste difficili settimane, a più riprese e spesso a gran voce, molti cittadini, associazioni e operatori dell’ambito sanitario si sono aspramente battuti nel tentativo di convincere i rappresentanti della politica molisana regionale ad attivarsi per la riconversione di questa struttura sanitaria; non sono mancati gli appelli, i documenti e le analisi ragionate, contributi quasi sempre supportati da valutazioni tecniche, a sostegno di un pensiero che gli stessi ideatori non hanno mai inteso proporre nella sola veste teorica. Ciò che è stato sottolineato ripetutamente, infatti, è la necessità di riconvertire l’ospedale di Larino, non solo per fronteggiare adeguatamente l’attuale crisi sanitaria, ma anche per non veder disperse le risorse impiegate nella costituzione originaria di questo impianto.

Il dibattito sul Vietri non nasce certo con il Coronavirus ma è che con esso che ha rinvigorito le sue energie, facendo ritrovare la voce anche ai tanti rappresentanti della politica molisana che, fino a questo momento, non si erano esposti su questo specifico tema.

La gestione dell’emergenza in Molise sarà ricordata anche e soprattutto per le numerose polemiche che hanno ruotato attorno alla realizzazione di un Covid Hospital: da un lato, il Commissario ad acta per la sanità, Angelo Giustini, fortemente motivato alla riconversione del centro larinese, dall’altro l’Asrem, la Direzione Generale per la salute e lo stesso Governatore, del tutto contrari alla proposta avanzata dal Generale Giustini al Ministero. Un’opposizione che, come sottolineato dallo stesso DG Asrem, Oreste Florenzano, nasce dalla consapevolezza di non riuscire a garantire il mantenimento della struttura, qualora venisse riaperta, per via di un deficit sanitario troppo elevato. Di contro, l’idea che proprio la riconversione del Vietri possa rappresentare l’occasione di rilancio della sanità molisana, puntando sullo sviluppo di un centro interregionale per la cura delle malattie infettive.

“La sanità molisana ha subito negli ultimi decenni continui tagli alla rete ospedaliera che hanno penalizzato l’erogazione quali-quantitativa delle prestazioni, mettendo a repentaglio il rispetto dei livelli essenziali di assistenza. L’istituzione di un centro Covid-19 rappresenterebbe senza dubbio un’inversione di tendenza per l’intero sistema sanitario regionale”. È questa la premessa dalla quale sono partiti i sindaci firmatari del documento che, dunque, rivestono di gran significato la riconversione della struttura, anche sul piano ideologico; una “inversione di tendenza” e l’idea che ciò possa avvenire cominciando dalla nuova destinazione del Vietri non è, quindi, un’affermazione da prendere con leggerezza perché, così posta, rappresenta una indiscutibile presa di posizione sulla gestione (attuale e passata) della sanità pubblica.

A ciò i primi cittadini hanno sommato le valutazioni sulla necessità di individuare percorsi separati per i malati Covid e non-Convid, sulla inadeguatezza e i pericoli dell’attuale condizione di promiscuità in cui versa il Cardarelli di Campobasso e, a sostegno della tesi, hanno riportato anche i contenuti della circolare ministeriale dello scorso 4 marzo, “con la quale si sottolinea che l’ospedale misto risulta ingestibile e fortemente penalizzante per tutte le altre attività di cura dei pazienti e del personale ospedaliero”.

Lunedì prossimo l’argomento sarà sui banchi dei consiglieri regionali: dopo mesi di “trattative riservate”, saranno i rappresentanti dei cittadini a discuterne in aula. Vale la pena ricordare che lo scorso 6 aprile lo stesso Consiglio regionale aveva approvato una mozione con la quale impegnava il Presidente Donato Toma ad attivarsi per la riconversione del Vietri in centro Covid ma, da allora ad oggi, nulla si è mosso in tale direzione, salvo un aspetto; sulla scorta di questa decisione, infatti, il Commissario ad acta per la sanità, Giustini, ha proposto un progetto operativo – interessando anche Asrem e Direzione Generale per la salute – per la realizzazione di un Istituto e/o Dipartimento di malattie infettive (regionale o interregionale) presso il Vietri. Proposta inoltrata anche al Ministro della Salute, Roberto Speranza, cui ha fatto seguito la comunicazione del primo cittadino di Campobasso, Roberto Gravina, sulle gravi criticità presenti nella struttura dell’ospedale Cardarelli (dopo la denuncia dei primari operativi nel centro hub regionale). Azioni a sostegno della causa sono giunte anche dall’onorevole Antonio Federico e dal senatore Fabrizio Ortis e, non ultimo, lo stesso Aldo Patriciello. L’eurodeputato, come si legge nel documento sottoscritto dai sindaci molisani, “ha espresso il suo apprezzamento per l’insediamento di un centro Covid a Larino”.

La struttura è definita nel documento moderna, ad elevati standard di sicurezza, con posizione geografica favorevole, ampia e dunque idonea ad ospitare numerosi posti letto; in definitiva, presenta tutte le caratteristiche individuate anche dal Ministero della Salute. Sulla base di tali considerazioni e nel solco degli accadimenti che hanno segnato questi mesi di emergenza, i 118 firmatari si dicono favorevoli alla riconversione del centro e di ciò, evidentemente, il Consiglio regionale dovrà tenere da conto.

Intanto, il Governatore Donato Toma ha annunciato che domani mattina alle 10:30 terrà una video-conferenza stampa sul tema della Sanità. Definizione vaga, al momento, che apre a diverse interpretazioni.