Il presidente del Consiglio europeo ed ex premier belga ha dovuto riscrivere il suo nego-box per ben due volte in quattro giorni prima di incassare il via libera dei 27. A rimanere invariati rispetto alla bozza di partenza del negoziato sono i volumi totali dei due interventi economici: 1.074 miliardi per il quadro finanziario pluriennale e 750 miliardi per il Recovery Fund.

Ma al di là delle cifre totali, le differenze sono sostanziali. Una dura trattativa, a tratti ideologica e puramente agonistica, ha visto calare l’ammontare dei sussidi erogati in totale da Bruxelles a 390 miliardi di euro, simbolicamente al di sotto non solo dei 500 miliardi delle proposta di base, ma anche della linea rossa dei 400 miliardi fissata dall’intesa franco-tedesca, volutamente messa in discussione dai ‘frugali’ – Olanda, Austria, Danimarca e Svezia – con la stampella della Finlandia, che nella seconda parte del summit si è schierata pubblicamente con i quattro Governi ‘ribelli’.

Per trovare la quadra, Michel ha dovuto lasciare quasi invariate le cifre del Recovery and Resilience Facility, ovvero della grande cassa di sussidi e prestiti alla quale i Governi in difficoltà potranno attingere nei prossimi anni per riprendersi dalla recessione innescata dal coronavirus.

I prestiti aumentano a 360 miliardi, rispetto ai 250 miliardi di euro della proposta sul tavolo dei leader venerdì scorso. Gli Stati beneficiari dovranno iniziare a ripagare le somme entro la conclusione del prossimo settennio di bilancio Ue, quindi entro il 2027. I sussidi diretti agli esecutivi nazionali saranno invece 312,5 miliardi, in leggero aumento rispetto ai 310 miliardi della proposta di base.

Il meccanismo di rimborso – ideato per venire incontro alle pretese dei britannici – per il periodo 2021-2027 assegna alla Danimarca 377 milioni di euro (a fronte dei 197 milioni della prima proposta di Michel), all’Austria 565 milioni (raddoppiando i precedenti 237 milioni), alla Svezia circa un miliardo (prima erano 798 milioni), ai Paesi Bassi 1,9 miliardi (1,5 miliardi nella proposta precedente) e alla Germania 3,67 miliardi (senza alcun incremento rispetto alle precedenti bozze).