di Antonio Di Monaco

Le precedenti infezioni da coronavirus comuni, come quelle del raffreddore, potrebbero essere una sorta di protezione dal Sars Cov 2 che genera il Covid 19. L’ipotesi, che necessita di ulteriori studi e conferme e dati, è stata formulata dal professor Guido Silvestri, virologo e docente alla Emory University di Atalanta, il quale parla di immunità crociata (o cross reattività) ed è anche coordinatore di una pagina Facebook intitolata “Pillole di ottimismo”.

In particolare, è stato rilevato nel sangue di persone che non sono entrate in contatto con il Covid-19 le cosiddette cellule T in grado di reagire contro questo nuovo virus. L’ipotesi è che tali cellule siano presenti perché questa immunità sarebbe provocata da altri quattro coronavirus che sono responsabili del raffreddore. Questo spiegherebbe perché il decorso dell’infezione è diverso da persona a persona, esclusi ovviamente i fattori di rischio che tutti abbiamo imparato a conoscere.
L’ipotesi emerge anche dalla ricerca pubblicata su Science dal team diretto da Alessandro Sette de La Jolla Institute for Immunology. Per dimostrarla, il team di Jose Mateus ha studiato campioni di sangue umano raccolti prima del 2019, quando è emerso il virus pandemico, sottoponendoli a speciali indagini. Gli autori hanno scoperto così una gamma di cellule T cross-reattive sia per Sars Cov 2 che per i comuni coronavirus del raffreddore. In base ai risultati di questo lavoro, i ricercatori suggeriscono quindi che è plausibile ipotizzare che un’esposizione preesistente ai virus del raffreddore possa contribuire alle variazioni della gravità della malattia nei pazienti con Covid-19.