di Alessandro Matticola

È stato un fulmine a ciel sereno. L’annuncio appena 24 ore prima al Seat Music Awwards e lo scorso 10 settembre Luciano Ligabue, dal Campovolo di Reggio Emilia, ha suonato il suo nuovo singolo, “La Donna Dei Tuoi Sogni”

Non è la prima volta che Liga dedica una canzone al mondo femminile. Facciamo allora una carrellata tra le donne cantate dal rocker emiliano.

La prima è quella della prima canzone. Ancora prima dell’album di inediti del 1991. È un video amatoriale del 1989, il Liga è un ragazzino. Video apparso su YouTube, canzone ripresa nel 2011. “M’abituerò” è l’addio straziante e rabbioso di un tradimento, la fine sofferta e cattiva di una storia finita male. Il testo inciso nel 2011 sarà più morbido, quello del 1989 è duro e graffiante, grezzo, diretto, senza fronzoli: “Spero che ti sia presa tutto e che non porti la tua faccia mai più qua. Per il resto andrò come un matto con un’altra donna e poi vedrà che passerà”. La prima donna del Liga non è un bel ricordo, passerà tempo prima che si ammorbidisca.

1991. Col primo disco Ligabue inizia ad avere un rapporto diverso. “Bambolina e Barracuda” è la storia di una prostituta che è stanca del suo lavoro. Trova il pappone di turno e si vendica dei suoi fallimenti, degli sfruttamenti subiti, di una vita non voluta. È il riscatto immaginario di tante donne di fronte ai propri errori, è una storia di riscatto come tante. Dove il Liga si immedesima nelle donne, un compito che sa fare molto bene. E lui si mette in ginocchio e subisce: “Bambolina, giù quella pistola, resto qua, cosa devo fare? Vuoi che parliamo? Non mi legare, dai!”

Bisogna aspettare “Sopravvissuti e Sopravviventi”, un album non molto fortunato, per trovare altre donne. Anche qui due ricordi nostalgici. Il primo meno noto, “La Ballerina Del Carillon”. Un sogno proibito irrealizzabile: lei lontana con la sua vita, lui dall’altra parte pronto a tutto. È la ballerina di un carillon che quando finisce la musica torna nel suo scrigno, mentre lui torna alla sua vita, sempre senza di lei. L’altro è una ballata rimasta nella storia della musica italiana: “Ho messo via un po’ di cose, ma non mi spiego mai perché non riesca a metter via te”. Un’altra storia finita, probabilmente la stessa di “M’Abituerò”, ma che non si riesce a mandare via, di quelle che ti lasciano il segno, indelebili.

Poi cambia qualcosa. Il passato al passato, bisogna guardare oltre. I ricordi sono lì, ma la vita non si ferma. E il Liga si innamora di nuovo. Lei è il sogno più bello che si possa fare. La vita che si esprime in tutto il suo splendore e non puoi fare altro che ammirarla, resti li impalato come uno scemo. “Buon Compleanno Elvis” apre il lato B con una ballata: “Perché sei viva cosi come sei. Quanta vita mi hai passato e non la chiedi indietro mai, perché sei viva per quella che sei. Sempre pronta, sempre ingorda, sempre viva come vuoi”. Un sentimento lasciato libero di esprimersi, nudo e crudo, questa è “Viva”. Ma c’è anche un altro aspetto che il Liga non tralascia, le donne hanno tante sfaccettature. Di nuovo gli sfruttamenti, le ingiustizie e l’amore di chi ti vuole davvero bene: “Quella che non sei non sarai, ma io sono qua se ti basterà. Quella che non sei non sarai, a me basterà. C’è un posto dentro te in cui fa freddo: è il posto in cui nessuno è entrato mai, quella che non sei”.

Fine millennio. La donna diventa il centro del disco di Ligabue che chiude gli anni ’90, “Miss Mondo”. Ancora un momento nostalgico, un’altra donna andata via che non se ne va, questa volta ancora più forte, ancora più intimo: “Non va più via l’odore del sesso che hai addosso. Si attacca qui all’amore che posso. (…) E ci siamo scambiati la pelle, le anime, le ossa ed appena finito ognuno ha ripreso le sue. Tu che dentro sei perfetta, mentre io mi vado stretto. Tu, che sei la più brava a rimanere mania. Forse ti ricordi, ero roba tua”. Poi c’è la donna che fa male, Kay, la ketamina. La donna è anche droga, quella che crea dipendenza. Canzone che può essere letta in due modi: “Niente è più uguale: Kay è stata qui, niente più uguale sarà mai”. Donna è anche la fine del millennio: “Saranno lacrime d’amore per Miss Mondo ’99. Mandaci un bacio, siamo tutti quanti qua!”

Il primo disco del nuovo millennio è del 2002. “Fuori Come Va?” ha altre due donne contrapposte. Quella che ti fa vivere, quella che senti “Nell’aria che è cambiata e anticipa l’estate (…) Nel mezzo di una strofa di un pezzo che era loffio e adesso non lo è più”, quella che “lo stomaco si chiude e il resto se la ride”, quella che “Ti sento dentro tutte le canzoni, in un posto dentro che so io”. La più semplice delle emozioni, spesso difficile da descrivere, raccontata in modo altrettanto semplice, così come viene. Ma c’è ancora una donna che non c’è più: “Eri bellissima, lasciatelo dire. Eri di tutti ma non lo sapevano. E tu lo sapevi che facevi gola e soggezione. Siamo stati insieme e comunque non mi hai conosciuto mai”. Altro sassolino che il Liga si toglie dagli stivaletti da Elvis che porta ai piedi. Vuoi stare da sola? Accomodati, poi mi dici che effetto fa stare senza di me.

“Nome e Cognome” lancia un campanello d’allarme. Luciano ne ha passate tante, le ha raccontate tutte. Adesso dice la sua sulle donne, su come la vediamo noi maschietti. E ci prende in pieno. Perché si le donne sanno tutto, si accorgono di tutto. E qualcuno di noi è più sornione, ma ci accorgiamo anche noi di tutto. E il Liga avverte e lo mette nero su bianco: “Le donne lo sanno, c’è poco da fare, c’è solo da mettersi in pari col cuore. Lo sanno da sempre, lo sanno comunque per prime (…) E quelle che sanno spiegarti l’amore o provano almeno a strappartelo fuori. E quelle che mancano, sanno mancare e fare più male”. Ci sono tutte, ogni storia possibile, ogni singola sfaccettatura, non sfugge niente.

Poi arriva “Arrivederci Mostro”. Il Liga cambia davvero, diventa più maturo. Non è più il rocker ragazzino che spara su tutti. I testi diventano più densi, più carichi di significato. È Luciano Ligabue adulto, non più quello che racconta semplicemente delle donne andate via. “Arrivederci Mostro” è il disco della maturità, come sono mature le emozioni che il Liga ci mette dentro. “Quante volte sei passata, quante volte passerai. Ed ogni volta è un colpo sordo all’anima”. Non c’è niente da spiegare. Ci sei stata, non ci sei più. Manchi. Punto. Non c’è bisogno di aggiungere altro. Poi c’è una dichiarazione d’amore che non ha pari. È il segno che il Liga sta davvero cambiando: “Quando il cielo non bastava, non bastava la brigata, eri solo da incontrare ma tu ci sei sempre stata”. Ti ho trovata, non cerco nessun’altra. Al diavolo le avventure di una notte e le scappatelle degli adolescenti, il Liga è cresciuto. Un testo che troverà conferma nel disco successivo.

“Mondovisione” riprende un tema caro a Ligabue: vedere le cose da ogni punto di vista. E il Liga diventa adulto, si taglia i capelli. “Ci sei sempre stata” trova conferma in quella che lui stesso ha definito una dichiarazione d’amore definitiva: “Tu sei lei e lo sei stata sempre. Se l’universo intero ci ha fatto rincontrare, qualcosa di sicuro vorrà dire”. Il Liga non cerca altro, il suo cuore ha trovato casa, non c’è più niente da cercare.

E arriviamo a “Start”, ultimo lavoro di Luciano Ligabue pubblicato l’8 marzo dello scorso anno. E in quella data, Festa della Donna, esce un singolo che nessuno si aspettava. Il Liga in qualche modo “getta la spugna”, le donne sotto certi punti di vista sanno fregare noi uomini. “Certe donne brillano. Certe donne bastano. Certe donne chiamano di notte che ti piaccia oppure no. Certe donne brillano. Certe donne restano. Certe donne dicono presente e sono andate via da un po”. Sappiamo che “Le Donne Lo Sanno”, ma dobbiamo ammettere che ne sanno anche una più del diavolo.

E poi ci sono tutte le donne sparse nelle altre canzoni del Liga. Tutte quelle che sono passate e che rappresentano una sfumatura della nostra vita. Fino a “La Ragazza Dei Tuoi Sogni”, quella di “Tu Sei Lei”, quella di “Ci Sei Sempre Stata”, quella che ti accetta in tutto e per tutto così come tu hai accettato lei.

Sa chi sei, sa chi non sarai, non si aspetta un altro, non aspetta altro. Sa chi sei, sa che cosa vuoi, sa che cosa hai dentro, sa quando è il momento, sa ballare lento, sa restarti dentro”.