È stato firmato stamattina il ventiduesimo Dpcm del premier Giuseppe Conte e il terzo solo a ottobre per l’emergenza Coronavirus, come riporta il Corriere della Sera. Dal vertice a palazzo Chigi finito a notte inoltrata, la riunione tra il premier Giuseppe Conte, i capi delegazione dei partiti e il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia fissa una linea sotto la quale il governo non aveva intenzione di andare nella trattativa serrata con i presidenti delle Regioni. Unica concessione alle richieste dei governatori, che battevano i pugni per una chiusura alle 23, è stata l’apertura di bar e ristoranti la domenica e i festivi. Decisiva sarebbe stata l’opinione degli esperti del Cts, che vedono nell’apertura domenicale un’alternativa utile per evitare la riunioni famigliari.

I governatori avevano chiesto che fosse scongiurata la sostanziale cancellazione della cena al ristorante nei giorni festivi, fissando la chiusura per le 23. Inascoltati così come per la richiesta di aumentare la percentuale della Dad, per il governo fissata al 75% delle lezioni, mentre i governatori chiedevano di portarla al 100% per tutte le scuole superiori e le università. Altro punto disatteso da parte dei presidenti delle Regioni resta quello dei tamponi, che i governatori vorrebbero effettuare solo per i sintomatici e per i contatti stretti con i soggetti positivi, che siano famigliari o conviventi.

Nell’ultima bozza circolata sul nuovo Dpcm, che dovrebbe entrare in vigore da domani 26 ottobre fino al 24 novembre, il governo punta innanzitutto a ribadire una serie di raccomandazioni sulla vita quotidiana. A cominciare dalle regole da tenere in casa, dove è raccomandato di non ricevere persone che non siano conviventi.

Per bar e ristoranti quindi l’apertura è prevista dalle 5 alle 18, con servizio ai tavoli da massimo quattro persone. L’asporto e il servizio a domicilio è consentito fino a mezzanotte. Vietato quindi consumare cibi e bevande nei locali e nelle vicinanze dopo le 18.

Si fermano tutte le strutture sportive, dalle palestre alle piscine, ma con loro anche cinema e teatri. Su questo punto, i governatori chiedono che siano escluse almeno le strutture sciistiche che proprio ora stanno cominciando la stagione. Stop anche a ogni tipo di convegno e alle fiere, concedendo a ogni manifestazione pubblica lo svolgimento solo «in forma statica» con il rispetto del distanziamento sociale.

La bozza del 25 ottobre 2020

Dpcm 25 ottobre 2020