di Antonio Di Monaco
«I dotti disputano, e la lite è ancora sotto il giudice» è il verso di Orazio nell’Ars poetica che meglio fotografa quanto sta accadendo all’iter per il completamento del terminal bus di Campobasso dopo che, nel settembre 2016, la questione plana sul tavolo dell’Anac chiamata a verificare il rispetto delle procedure del Codice degli Appalti. L’autorità Nazionale Anti Corruzione, presieduta dal magistrato Raffaele Cantone, si esprime nel dicembre dello stesso anno ed evidenzia “un comportamento contraddittorio dell’amministrazione comunale che, dapprima con delibera di giunta n. 16 del 29 gennaio 2016, formalizza l’esclusione dell’intervento dalla programmazione triennale 2016-2018 ed immediatamente dopo valuta la pubblica utilità della proposta presentata dal costituendo raggruppamento temporaneo di imprese Califel S.r.l.-Co.Ge.Ted-Angelo D’Elisiis”.
Tenuto conto di questi rilievi, nell’aprile 2019 (agli sgoccioli del mandato dell’amministrazione del sindaco, Antonio Battista) la Giunta di Palazzo San Giorgio approva la delibera con cui si dà il via libera alla procedura di project financing per la realizzazione in concessione di lavori di ripristino funzionale e gestione del terminal bus di Campobasso. L’esecutivo riconosce la coerenza dell’opera all’interno degli strumenti di programmazione del Comune che ha ricevuto la proposta trasmessa dal R.T.I. Califel Srl-Angelo D’Elisiis che «sarà oggetto di valutazione al fine di indire una gara così come prevede la legge, per scegliere il soggetto attuatore. Intanto, sarà incaricato il Suap che, con l’ausilio della struttura ai lavori Pubblici, istruirà la pratica per verificare se sia necessaria la richiesta di varianti ai proponenti», spiegano da Palazzo San Giorgio. «Il risultato arriva a conclusione di un lungo lavoro che restituirà decoro alla città offrendo gli adeguati servizi alle migliaia di persone che ogni giorno partono e arrivano da Campobasso transitando per il Terminal, opera che – commenta soddisfatto il sindaco Battista – dopo decenni di attesa, questa amministrazione ha avviato a conclusione».
Nel giugno successivo, a concludersi (a scadenza naturale della consiliatura) è il mandato del sindaco Battista e si entra in campagna elettorale con il primo cittadino uscente che dovrà vedersela con la candidata della Lega, Maria Domenica D’Alessandro (che arruola molti ex assessori e consiglieri uscenti di maggioranza e qualcuno anche reduce da plurimi e mirabolanti cambi di casacca), e Roberto Gravina, capogruppo del Movimento Cinque Stelle in Consiglio comunale, che bolla subito il terminal quale “simbolo del fallimento dell’amministrazione uscente”.
Al primo turno nessuno supera la soglia del 50% più uno dei voti per essere eletto (la D’Alessandro si ferma al 39,7% davanti a Gravina con il 29,4%, mentre Battista resta fuori dal ballottaggio con il 25,9%). Nello scontro finale del 9 e 10 giugno 2019 prevale largamente Gravina con il 69,1% contro il 30,9% della D’Alessandro e, con le liste di centrodestra sotto il 50% al primo turno, può contare su una maggioranza monocolore M5S.
Poco più di un anno dopo, l’ex sindaco Battista (in quota Sinistra per Campobasso) presenta un’interpellanza sulla procedura di project financing per la realizzazione in concessione di lavori di ripristino funzionale e gestione dell’autostazione (terminal bus) della Città di Campobasso. “Nell’eventualità in cui l’iter richiamato avesse avuto un seguito, ne avrebbe avuto certamente evidenza in albo pretorio – la risposta del sindaco Gravina -. Ad ogni buon conto, con deliberazione giuntale n. 118 del 19 giugno 2020, si è stabilito di procedere alla revoca della deliberazione di giunta comunale n. 103 del 18 aprile 2019 per le motivazioni tecniche e politiche ivi richiamate. L’attuale amministrazione comunale – conclude il primo cittadino – ha impartito istruzioni tese al superamento della procedura finora seguita, con revisione dell’impostazione complessiva dell’opera e indizione di procedura di gara ex novo per la scelta del soggetto gestore”. Come nel gioco dell’oca si è girato intorno al completamento dell’opera, tirando i dati e sperando nella fortuna, ma alla fine si torna sempre alla casella di partenza.