di Alessandro Matticola

 

Non è andata giù la presa di posizione della Polonia e dell’Ungheria ai vertici europei. In realtà, è l’intera linea che non è condivisa dall’Unione, che aveva già condannato i due paesi per alcuni atteggiamenti assunti dai relativi governi.

Ad alzare la voce per prima è stata la Presidente della BCE Christine Lagarde davanti alla Commissione Economica del Parlamento Europeo. Lagarde ha affermato che il bilancio e di conseguenza il Recovery Fund vanno approvati senza indugi e subito. Linea dura quindi, che non bada alle prese di posizione dei due paesi dell’est europeo.

A farle da eco Ursula Von Der Leyen, presidente della Commissione Europea e Charles Michel, presidente del Consiglio Europeo, durante la video-riunione tra i leader dell’UE dedicata al Covid, il cui primo punto all’ordine del giorno è stato proprio il bilancio.

La Presidente di turno dell’Unione Angela Merkel avverte però: il veto resta per ora e va superato, al di là delle dichiarazioni che si possono fare. Anche perché, Orban e Moraewiecky, Presidente del Consiglio Polacco, non sono da soli. A sostenerli c’è anche Janus Jansa, premier Sloveno che però non ha posto il veto, non supportato però dalla presidenza slovena. Borut Pahor, Presidente della Repubblica, non ha condiviso le posizioni del suo Presidente del Consiglio, come non le hanno condivise alcuni esponenti della maggioranza di governo di centro sinistra, a guida democratica.

L’Europa centro-orientale è divisa: da un lato Repubblica Ceca e Slovacchia che appoggiano le posizioni dei paesi centrali e occidentali, dall’altro due paesi che non godono al momento di buona fama nell’Unione, supportati da uno dei neo entrati 12 anni fa.

Tramontata anche l’ipotesi azzardata e ambiziosa del Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, di azzerare il debito da covid, come aveva dichiarato al quotidiano La Repubblica nella giornata di ieri. Tra le altre cose, Sassoli aveva anche paventato l’idea di eliminare il diritto di veto, rendere permanente il Recovery Fund e definitivo l’indebitamento comune, rivedere il patto di stabilità ed il MES. Tutte ipotesi forse anche difficili da realizzare, ma sarebbe bastata anche solo l’accettazione del primo punto.

Christine Lagarde su questo aspetto è stata lapidaria: va contro i trattati “ed io rispetto i trattati”.