di Vitangelo Moscarda

Si vuole anche provare a chiudere un occhio di fronte all’ennesima menzogna raccontata, sbandierata ai quattro venti in diretta televisiva come al solito, anche quando i giornalisti non fanno bene ciò che devono.

Perché bisogna ammetterlo, nella puntata di ieri sera di Titolo Quinto su Rai Tre non è stata fatta una buona conduzione: padronanza basilare dei contenuti e ospiti senza diritto di replica, problemi esposti in 13 minuti di orologio e nessuna possibilità di approfondimento anche da parte del Presidente Toma, che ancora una volta ne è uscito pulito.

Quando però vengono negate le evidenze, quando si nega quello che è scritto su un foglio di carta firmato dal Ministero, è davvero troppo.

Iniziamo da servizio di ieri sera andato in onda su Rai Tre, dove per prima cosa viene evidenziato lo scempio delle RSA in cui non solo opera personale positivo al covid che dovrebbe stare in quarantena, ma addirittura viene messo in evidenza che i malati vengono lasciati al loro destino perché il Cardarelli non ha posto.

Malati delle RSA scomparsi anche dal bollettino mostrato, ma naturalmente non è dato recuperare i bollettini pubblicati perché il sito della ASReM più che un sito è semplicemente un manifesto appeso su un pannello pubblicitario, al pari di quello dei supermercati con le offerte della settimana.

Ma tanto sono anziani, vero Florenzano?

Così come quello di Larino è una struttura vuota e si risente anche quando il giornalista, dopo aver mostrato un OSPEDALE vuoto chiede perché non è stato riconvertito. Il direttore della ASReM risponde che “a questo punto prendiamo un hangar e ci mettiamo dentro un ospedale”, al che il cronista risponde “infatti a Milano hanno fatto così” e lui stizzito risponde, o meglio, non sapendo cosa dire, sbiascica che non parla di altre zone che non siano il Molise.

Evidentemente – la cosa è chiara – non sa neanche di avere un ospedale vuoto pronto ad ospitare una struttura per il covid, con una spesa sicuramente inferiore rispetto alla creazione di una nuova ala del Cardarelli.

E qui va in scena il solito spettacolo a cui si è abituati da qualche mese oramai. Toma tira fuori una lettera del Ministero dove verrebbe bocciato il piano covid a Larino presentato dal commissario Giustini. L’unica cosa buona che questo signore, quello che tiene le mani legate al Presidente, ha fatto finora.

Ma il Presidente Toma, pover’uomo, si è guardato bene dal far vedere fino in fondo quella lettera che riportiamo qui, dove c’è scritto chiaro e tondo che aspettano il piano modificato e non un nuovo piano per il covid.

Nella lettera che riportiamo alla fine di questo articolo, si chiede chiaramente di apportare delle modifiche al piano, in modo che sia in linea con la Circolare del Ministero Della Salute 11254 del 29/05/2020 e con gli standard del DM 70/2015, oltre ad essere in coerenza con gli atti di programmazione regionale adottati.

E richiesto questo, il Ministero resta in attesa del piano modificato, non di un piano diverso, quello che pone il Cardarelli come centro covid al posto di Larino e che è stato poi inviato a Roma.

Allora, Presidente Toma e Direttore Florenzano, cosa c’è stato di tanto imbellente da aver fatto cambiare idea su Larino e preferire utilizzare l’ospedale più grande della regione, negando il diritto alla salute a migliaia di molisani?

O dobbiamo credere che dietro a questa scelta ci sia lo zampino di un’altra persona, magari un po’ più in alto della Regione?

 

Il Documento