L’Italia, ormai da inizio novembre, è stata suddivisa per zone di rischio, un modo per provare a combattere l’emergenza sanitaria legata alla seconda ondata del covid. Ora i dati quotidiani del Ministero della Salute e quelli settimanali dell’Iss stanno cominciando a dare segni di miglioramento locale. Quindi le restrizioni in vigore potrebbero essere allentate a breve in alcune regioni e invece inasprite in altre dove i parametri restano preoccupanti. Proprio entro domani dovrebbe esserci la conferenza stampa di Conte per illustrare i nuovi colori delle regioni.

Stando ai dati delle ultime ore alcune delle regioni entrate per prime in zona rossa (tra cui Lombardia e Piemonte) potrebbero passare in zona arancione. Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana (ora zona rossa), ha detto che “il quadro che si sta presentando nella nostra regione mi porta a dire che prima torniamo in zona arancione e meglio è”. 

Per quanto riguarda le altre regioni in zona rossa, le stime degli esperti indicano che in Valle d’Aosta la curva ha cominciato a scendere e che la tendenza alla decrescita è destinata a proseguire, “al punto poter sperare in un declassamento regione da rossa ad arancione anche prima di Natale”, rileva lo statistico Livio Fenga. Analoga la situazione della provincia autonoma di Bolzano e quella della Calabria, “dove si prevede che la crescita prosegua ancora per poco, per cominciare a scendere nell’arco di tre settimane”.

Se c’è chi potrebbe “migliorare” al ribasso il proprio colore, altre regioni sono invece a rischio di peggiorare i parametri e quindi fare il percorso inverso, cioè andare dall’arancione al rosso. La Basilicata, per esempio (arancione dallo scorso 11 novembre), ha fatto registrare il suo record di positivi mercoledì.

Monitorate anche Friuli Venezia Giulia, Puglia e Liguria (ora in zona arancione). Il presidente pugliese Michele Emiliano, ad esempio, aveva chiesto già alcuni giorni fa il passaggio alla zona rossa per le province più colpite: Barletta-Andria-Trani e Foggia.

Il precedente monitoraggio dell’Iss invitava le autorità sanitarie a “valutare la possibile l’adozione di ulteriori misure di mitigazione” anche per Molise e Veneto, entrambe gialle al momento. Secondo i dati contenuti nel monitoraggio, sono classificate con un rischio moderato ma con probabilità alta di progredire a rischio alto nel prossimo mese. Al contrario, visto l’andamento del contagio, l’Emilia Romagna potrebbe invece passare dalla zona arancione a quella gialla.