di Antonio Di Monaco

Si allarga il focolaio al Gemelli Molise con un paziente e 7 dipendenti che sono già stati posti in quarantena. Come da protocollo, la struttura ha eseguito la procedura di tracciamento sia sui degenti sia su tutto il personale con i controlli che proseguiranno ogni 72 ore. Il Gemelli garantirà comunque in piena sicurezza il ricovero per tutti i pazienti affetti da patologie urgenti e non differibili. Intanto, continuano i disagi e le file interminabili agli sportelli dei centri di prenotazione dell’Asrem in cui si rischiano continui assembramenti che in tempo di Covid sono assolutamente da evitare. Eppure, una strada alternativa per ovviare a tutto questo esiste e sono le farmacie che si sono dotate delle apparecchiature specifiche per effettuare le prenotazioni come, ad esempio, quella di San Lazzaro ad Isernia.

Sul fronte statistico, l’Inail ha diffuso i dati sulle denunce per infortunio sul lavoro da Covid dall’inizio dell’emergenza sanitaria a fine 2020 che ammontano a 225 (lo 0,2% delle complessive 131.090 in Italia), di cui una con esito mortale lo scorso dicembre in provincia di Isernia e si tratta di una persona che svolgeva la professione infermieristica. Il dato è sempre lo 0,2% dei 423 morti sul lavoro per Covid che si sono registrati nel Paese nello stesso periodo. L’impennata dei casi in Molise si è registrata a novembre con il 35,6% delle 225 denunce di infortunio: al giorno 30 del mese, le denunce di infortunio sul lavoro da Covid sono aumentate di 55 casi (+32.4%), 30 dei quali avvenuti a dicembre, 18 a novembre e 7 ad ottobre. L’aumento ha riguardato tutte le province, ma più intensamente in termini relativi quella di Campobasso (+41.7%). L’andamento regionale dei contagi denunciati è sulla falsariga di quello nazionale, ma differisce per intensità, come spiega l’Inail: inferiore alla media italiana in occasione della prima ondata, superiore nella seconda.

Tornando al numero complessivo, 153 le denunce in provincia di Campobasso e 72 in quella di Isernia, di cui 156 donne e 69 uomini. Quanto alle classi d’età, dai 50 ai 64 anni quella più colpita con 117 infortuni Covid da lavoro, segue la fascia 35-49 anni con 81. Il 71% delle denunce codificate per attività economica riguarda il settore sanità e assistenza sociale (20,2% delle denunce) e gli organi preposti alla sanità, come le Asl, dell’amministrazione pubblica (50.8%); le professionalità più colpite sono infermieri, medici, operatori socio sanitari e operatori socio assistenziali. Nel settore noleggio e servizi si registra il 5.6% delle denunce: coinvolti gli addetti alle pulizie e alle attività personali e sanitarie. Nel trasporto il 4.8% e infine il 4% dei casi nel settore attività finanziarie e assicurative.

Con riguardo, invece alle professioni, tra i tecnici della salute, l’89% è rappresentato da infermieri, nelle professioni dei servizi sanitari gli Oss rappresentano il 93% del totale dei casi. Inoltre, trai direttori, dirigenti ed equiparati dell’amministrazione pubblica e nei servizi di sanità, istruzione e ricerca l’85% dei casi riguarda dirigenti sanitari. L’85% delle denunce di infortunio tra gli impiegati è relativo ad assistenti e impiegati amministrativi e il 15% alla segreteria. Infine, fra gli specialisti dell’educazione, il 90% dei casi si è registrato tra gli insegnanti di sostegno.