di Antonio Di Monaco

A Termoli non si muore solo di Covid, ma si torna a nascere per rilanciare il Molise. Il Tar, con la sentenza numero 80/2021 dello scorso 3 marzo, ha accolto il ricorso dei 16 comuni del basso Molise e ha annullato tutti gli atti con cui la struttura commissariale e l’Azienda sanitaria regionale (Asrem) avevano disposto la chiusura del “Punto Nascite” dell’ospedale San Timoteo di Termoli. Soddisfatto, a nome di tutti gli altri primi cittadini, il sindaco della città adriatica, Francesco Roberti, che ha chiamato tutti a raccolta “per vincere, dopo questa battaglia, la guerra finale per garantire il diritto alla salute ai cittadini del basso Molise”. I ricorrenti sono stati assistiti dagli avvocati Vincenzo Iacovino, Massimo Romano, Vincenzo Fiorini e Silvio Di Lalla.

“Si è dimostrata ancora una volta – ha affermato l’avvocato Iacovino – che la volontà popolare, quando ben indirizzata nel senso tecnico della parola, sortisce sempre buoni risultati. I sindaci che ci hanno conferito il mandato ci hanno creduto sin dall’inizio in quest’azione a tutela della gestione della sanità. La Regione, l’Asrem e la struttura commissariale potevano sollevare alcune eccezioni motivabili come la condizione orografica difficile a fronte del numero minimo di mille nascite annue, ma non al di sotto di 500. I giudici amministrativi hanno anche rilevato una carenza di istruttoria, ovvero che, seppur il commissario avesse potuto disporre legittimamente la chiusura, non sono state valutate le conseguenze immediate, ma gravissime dopo la reale dismissione: i tempi di trasferimento delle partorienti, la manutenzione linee di comunicazione e gli accordi di confine per portare a Termoli le partorienti dalle regioni limitrofe”. L’avvocato Romano ha poi elogiato “i provvedimenti cautelari denotano un coraggio encomiabile e una risposta straordinaria dalla giustizia. Si affermato un principio in materia di diritto alla salute perché non ci si può svegliare una mattina, chiudere un servizio senza considerare cosa avverrà la mattina dopo. Questo vale anche nell’organizzazione sanitaria nel suo complesso. Tutte le volte che non si è sigillata una rappresentatività politico-istituzionale solida, questo principio è venuto meno”.

Soddisfatta per il pronunciamento del Tar Molise anche l’avvocato, Laura Venittelli, che si era costituita come legale di numerose mamme del basso Molise. “Una grandissima notizia, c’è l’abbiamo fatta. Per ora il punto nascita è salvo. Grazie a tutti quelli che si sono battuti per questo grande risultato. Grazie ai medici ed alle donne che mi hanno affidato l’ incarico professionale per questa battaglia. Grazie all’avvocato Roberto Gianmaria che, con il gruppo della “Casa dei diritti”, ha sostenuto questa importante battaglia. Grazie ad Enzo, Vincenzo e Massimo. Nessuno tocchi il punto nascita, Nessuno tocchi l’ospedale San Timoteo. Continueremo, se darà necessario, la nostra battaglia”. Il prossimo grado della giustizia amministrativa è il Consiglio di Stato, semmai la struttura commissariale e l’Asrem volessero proporre appello. Su questo, l’avvocato Romano ha sgombrato subito il campo: “Ci siamo dovuti confrontare con una chiusura preconcetta che non ha dato nessuna possibilità di un confronto con la parte resistente. Ora il tema si sposta sulla nuova programmazione sanitaria e, proprio in base a questa sentenza, si dovrebbero operare scelte ben più oculate. Per questi motivi, l’appello sarebbe superfluo. Per me la partita si chiude qui”. E se lo augurano anche le mamme del basso Molise che possono tornare a partorire a Termoli senza più intraprendere i viaggi della speranza.