di Antonio Di Monaco

Disagi che si aggiungono a disagi. Ma questa volta il Covid non c’entra. Qualche giorno fa, nella sede dell’Asrem in via Petrella a Campobasso, almeno una cinquantina di persone erano in fila – una situazione non proprio ideale in tempi di Covid – per richiedere l’esenzione dal ticket sanitario, ma hanno trovato lo sportello prenotazione visite chiuso perché fuori servizio. Ma il problema della compartecipazione alla spesa sanitaria parte da molto più lontano, tanto che l’attuale normativa sulle esenzioni dal ticket per motivi economici aveva previsto che, per ottenere l’esenzione nel 2020 appena trascorso, il calcolo si è basato sul reddito familiare dell’anno precedente, cioè quello pre-pandemia.

Del resto il combinato disposto di ticket e liste di attesa rappresenta, anche secondo l’Istat, una delle principali criticità nell’accesso alle cure; accessibilità che rappresenta una della maggiori sfide del Servizio Sanitario Pubblico soprattutto in questo momento, sia per l’assistenza ai pazienti Covid sia per quelli no Covid, quest’ultimi alle prese anche con la sospensione di parecchie prestazioni durante la fase di lockdown.

Stando ai dati della spesa dei cittadini per ticket sanitari, contenuti all’interno del Rapporto 2020 sul Coordinamento della Finanza Pubblica della Corte dei Conti, nel 2019 il nostro Paese ha pagato oltre 2,9 miliardi di euro di ticket: quasi 1,6 miliardi di ticket sulla farmaceutica e oltre di 1,3 su prestazioni sanitarie (specialistica, Pronto Soccorso e altre prestazioni sanitarie). Nel complesso, si assiste ad una crescita della spesa dell’1,2% nelle Regioni in Piano di Rientro – tra cui ovviamente il Molise (14,3 milioni di euro sommando i 9,6 dei farmaci e i 4,7 delle prestazioni sanitarie con una variazione del +1,6% sull’anno precedente) – e contestualmente ad una riduzione nelle altre regioni del 3,1%. In pratica, la spesa aumenta proprio in quelle aree del Paese con minori performance sui Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), minore ricchezza e maggior problemi dal punto di vista dell’occupazione.

Ad essere a rischio è, dunque, il principio dell’equità che pure era l’obiettivo definito in due misure contenute in altrettanti Patti per la Salute – all’articolo 8 del 2014-2016 e alla scheda 13 del 2019-2021- ma, ad oggi, rimaste solo sulla carta. Occorre, quindi, mettere mano concretamente a questa revisione della normativa, che comunque poggia su un sistema fiscale con diverse falle e sulle quali bisogna intervenire e, magari, spingersi anche un po’ più in là con un’ulteriore riduzione della pressione dei ticket sui redditi delle famiglie.