di Antonio Di Monaco

Il conteggio dei tamponi antigenici processati contribuisce ad abbassare la percentuale di positivi sul numero di tamponi eseguiti. Ma è sufficiente guardare gli ultimi bollettini dell’Asrem per capire che ci sono delle anomalie. Nella settimana che va dal 17 al 23 marzo scorso, i tamponi totali antigenici sono fermi a 293 con sempre 17 positivi. Evidentemente, l’Asrem comunica semplicemente il numero dei nuovi positivi sia che siano stati rilevati da test antigenico sia da molecolare. Ma la differenza a livello biologico tra le due tipologie di esame non è affatto trascurabile: nel primo caso, esiste un’alta corrispondenza di falsi positivi perché si tratta di un test cromatografico, ossia a livello del sangue (il cosiddetto tampone rapido che non usa la tecnica molecolare, la PCR); nel secondo, con il tampone molecolare, si rileva la presenza virus a livello cellulare e quindi si tratta di un test assolutamente reale.

Bisogna anche considerare che non tutti i tamponi rapidi sono uguali. I tamponi antigenici di ultima generazione – quelli a immunofluorescenza – sono da considerarsi affidabili quanto i tamponi molecolari, cioè i classici tamponi conosciuti fin dall’inizio della pandemia. Per questo motivo il ministero della Salute ha deciso di equipararli. Chi risulta positivo a un test rapido di ultima generazione è considerato positivo al virus, senza bisogno di ulteriore conferma con il tampone molecolare. Il problema è che i test rapidi in circolazione sono moltissimi, non tutti di ultima generazione e non tutti affidabili allo stesso modo.

Nonostante sul foglietto illustrativo di questi tamponi si dichiari una sensibilità molto alta, alla prova dei fatti, con l’analisi di laboratorio, molti di questi risultano essere imprecisi e non si riesce ad individuare il virus nemmeno in presenza di cariche virali molto alte. Per cui, quando le regioni comunicano i dati dei positivi ai test rapidi non fanno distinzione tra quelli di ultima generazione quelli meno affidabili. Sarebbe infatti difficile risalire, laboratorio per laboratorio, a quali kit siano in uso. Siamo quindi di fronte a dati inconcludenti e poco credibili sulle stime dei positivi che rimangono misurazioni aleatorie perché non si basano su un campione stabile e sulla stessa tipologia di tamponi. Con buona pace dell’autorevolezza e della rappresentatività delle decisioni istituzionali che vanno ad influenzare negativamente il tessuto economico e sociale, già durante provato da un anno a questa parte.