di Miriam Iacovantuono

Ogni essere umano ha un cuore che batte forte, che dà la vita. Si emoziona, soffre, gioisce. E’ rosso, pulsante. E non c’è differenza tra un cuore e l’altro, se si trova nel corpo di una persona bianca o nera, etero o gay, in una persona abile o disabile. E’ semplice. E’ un pensiero facile da capire. Ma ci troviamo ancora in una società in cui si guarda all’aspetto esteriore piuttosto che immaginare a quella che è la potenza del cuore che tiene in vita un essere umano. Un pensiero che il più delle volte porta alla discriminazione e che genera nell’altro paura, sofferenza, disagio e anche la difficoltà a esprimere ciò che si ha dentro, a dire quello che si sente di essere. E’ difficile in Italia e lo è ancora in Molise. Ci sono tematiche infatti che si fa ancora fatica ad affrontare. In queste settimane al centro del dibattito politico e non solo c’è la discussione sul ddl Zan, approvato alla Camera e fermo al Senato. Il provvedimento, se approvato, istituirebbe il carcere per chi commette atti di discriminazione fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere o sulla disabilità. Prevista anche l’istituzione di una giornata nazionale contro l’omofobia e lo stanziamento di 4 milioni di euro per strutture che operano in questo ambito.

Una discussione che ha interessato anche il nostro territorio che per alcuni versi è ancora un po’ indietro rispetto alle tematiche LGBT+. In Molise con la nascita sul territorio di Arcigay, nel 2015, ma anche grazie alle manifestazioni del Molise Pride che ci sono state a Campobasso si è iniziato a riflettere su queste tematiche, ma tanto ancora c’è da fare. Luce Visco, presidente dell’associazione ha spiegato che rispetto a qualche anno fa la situazione è migliorata, ma bisogna ancora fare dei passi in avanti.

“Soprattutto in provincia o nei piccoli centri la situazione è abbastanza seria, perchè chi vive e subisce discriminazione non denuncia, né alle associazioni e tanto meno alle forze dell’ordine, per paura di essere giudicato perché tante persone LGBT hanno paura a dichiararsi proprio perchè è il contesto sociale e familiare che favorisce questa ostilità. Mi rendo conto che per un giovane o una giovane ma anche meno giovani fare coming out in un piccolo centro del Molise significhi esporsi a chiacchiere, giudizi di paese e questa cosa specie quando non c’è il supporto della famiglia è una cosa che diventa e condiziona la vita. La discriminazione è una bella stronza che chiude tutte le porte”.

Grazie anche alle campagne di sensibilizzazione e di informazione che l’associazione presieduta da Luce Visco ha portato avanti, la situazione è migliorata, ma l’omo-lesbo-bi-transfobia continua a esistere così come continuano le richieste di aiuto che arrivano e che sono arrivate ad Arcigay Molise anche durante il lockdown che ha costretto tante persone a vivere in ambienti particolarmente ostili.

“C’è ancora tanto lavoro da fare”.

Un punto di partenza per ridurre la discriminazione potrebbe essere proprio l’approvazione del ddl Zan, che però secondo Luce presenta delle reticenze.

“Una riguarda l’esclusione del reato di propaganda d’odio che è già vigente per i crimini legati a discriminazione razziale, etnica e religiosa, andando a fare una distinzione e passando a cittadini di serie B. Inoltre all’articolo 3 è stato incorporato l’emendamento Costa che a oggi è l’attuale art. 4 più comunemente denominato emendamento salva omofobi che consente di discriminare una persona LGBT basandosi sulla libertà di espressione e quindi di fatto va a tutelare una persona a discriminare basandosi sulla libertà di pensiero. E’ grave che in un disegno di legge che va a tutelare la comunità LGBT si aggiunga un emendamento che invece di tutelare chi viene discriminato, tutela chi discrimina”.

Rispondendo poi a quelli che dichiarano che la legge è a favore delle minoranze, Luce precisa che il ddl Zan, che si basa sulle discriminazioni legate all’orientamento sessuale, all’identità di genere, all’abilismo e alla misoginia, è una legge che tocca tutti.

“E’ una legge che tocca tutte le identità, soprattutto in questo momento in cui aumentano episodi di violenza e discriminazione, e per questo è doveroso che venga fatto qualcosa e che il ddl venga approvato magari modificando alcuni aspetti. Non si può più rimandare”.

Non solo a livello nazionale, ma anche in Molise l’attenzione che in questo periodo è stata portata sul ddl Zan ha concesso alle persone di rendersi conto di quanto il problema dell’omo-lesbo-bi-transfobia come anche quello dell’abilismo e quello della misoginia siano radicati nella nostra società e siano problemi concreti e non da sottovalutare. Ha permesso di fare anche informazione.

Dico sempre che tutta la discriminazione viene un po’ dall’ignoranza, dalla non conoscenza. Se si conoscono le tematiche LGBT+ e tutte le difficoltà che vivono le persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali allora si pensa più di una volta prima di giudicare male”.

Per poter fare qualche altro passo in avanti un punto di partenza può sicuramente essere la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia che ricorre il 17 maggio, per riflettere sulle tematiche LGBT e sulle difficoltà che le persone LGBT sono ancora costrette a vivere in Italia, ma anche in Molise. Anche nella nostra regione sono diverse le persone che non riescono a vivere liberamente la propria sessualità per paura del giudizio degli altri. La speranza di Luce è che anche nelle scuole il 17 maggio vengano attuate campagne di informazione e sensibilizzazione e anche in collaborazione con Arcigay Molise.

“Siamo disponibili a entrare nelle scuole per spiegare il fenomeno del bullismo, cyberbullismo e tutto quello che ruota attorno alla discriminazione in generale, allo stesso tempo però questa informazione e sensibilizzazione non si deve fermare al 17 maggio, ma deve durare nel tempo. La consapevolezza e la sensibilizzazione deve esserci sempre”.

Deve esserci la consapevolezza che siamo tutti uguali e che ognuno di noi ha un cuore rosso, pulsante e che batte forte. Lo stesso cuore che ama, gioisce, soffre e che deve far guardare all’altro come si guarda se stessi.