di M.I.

In occasione della giornata mondiale del libro, l’Istat ha diffuso i risultati di un’indagine sulle biblioteche italiane, che conferma criticità già note, ma fornisce anche informazioni nuove su ciò che sta cambiando, nel bene e nel male. I dati raccolti riguardano il 2019 e provengono da 7.425 biblioteche aperte al pubblico, di diversa appartenenza amministrativa, escluse quelle scolastiche e universitarie. La maggior parte di questi luoghi dove si diffonde la cultura sono concentrati al Nord (58,3%), il 17,5% al Centro, il 13,5% al Sud e il 10,7% nelle Isole. Rapportando questi dati alla popolazione residente, abbiamo una biblioteca ogni 6.384 abitanti al Nord e una ogni 11.231 abitanti nel Mezzogiorno.

Per quanto riguarda l’offerta pro capite di volumi, i dati per il Molise non sono incoraggianti. La nostra infatti, insieme a Calabria, Campania, Marche, Puglia e Sicilia è tra le regioni dove ogni cittadino può disporre di due volumi. Un dato molto basso se si pensa per esempio ai 10 volumi per cittadino della Valle D’Aosta. Dati che vanno quindi a influire anche sugli accessi e sull’impatto delle biblioteche. Gli accessi totali sono stati quasi 50 milioni e l’indice di impatto, e cioè la quota degli iscritti sulla popolazione di riferimento, è mediamente del 15,2% a livello nazionale, ma raggiunge valori molto alti soprattutto nelle Province di Trento e Bolzano (rispettivamente 35,7% e 24,5%), in Valle d’Aosta (28,2%), Toscana (25,1%), Emilia-Romagna (21,6%) e Friuli-Venezia Giulia (20,5%). Viceversa, l’impatto delle biblioteche è decisamente minore nelle regioni meridionali: Campania (4,6%), Calabria (6%), Sicilia (6,2%), Molise (6,9%) e Puglia (8,7%) mostrano infatti valori molto al di sotto della media nazionale. Basso per la nostra regione anche l’indice dei prestiti che in Molise è dello 0,09%.

I dati Istat mostrano una situazione che è andata peggiorando con la pandemia. Molte attività, infatti sono state convertite on-line, ma quasi un terzo delle strutture ha sospeso ogni servizio.