La Commissione europea ha proposto nella giornata di ieri un aggiornamento della raccomandazione del Consiglio per un approccio coordinato alla limitazione della libertà di circolazione nell’UE, introdotta in risposta alla pandemia di COVID-19. La proposta viene avanzata “poiché la situazione epidemiologica migliora e le campagne di vaccinazione accelerano in tutta l’UE”. Da qui la richiesta agli Stati membri “di allentare gradualmente le misure sui viaggi, soprattutto per i titolari del certificato COVID digitale UE”.

La Commissione propone quindi di “aggiornare i criteri comuni per la definizione delle zone a rischio e di introdurre un “freno di emergenza” che permetta di rispondere alla prevalenza di nuove varianti problematiche o d’interesse”. La proposta regola specificamente la situazione dei minori, così da assicurare uniformità di trattamento alle famiglie in viaggio, e una durata di validità uniforme dei test.

I principali aggiornamenti vedono che 14 giorni dopo aver ricevuto l’ultima dose, le persone che hanno completato il percorso vaccinale, attestato da un certificato di vaccinazione conforme al certificato COVID digitale UE, dovrebbero poter viaggiare senza necessità di test o quarantena. La stessa esenzione dovrebbe valere per le persone guarite dal coronavirus che hanno ricevuto una delle due dosi di un vaccino bidose.  Nei 180 giorni successivi a un test PCR positivo, le persone guarite dal coronavirus in possesso di un certificato conforme al certificato COVID digitale UE dovrebbero poter viaggiare senza necessità di test o quarantena. Inoltre, le persone in possesso di un certificato di test valido, conforme al certificato COVID digitale UE, dovrebbero essere esentate dagli eventuali obblighi di quarantena. La Commissione propone un durata di validità uniforme dei test: 72 ore per i test PCR e, se lo Stato membro li accetta, 48 ore per i test antigenici rapidi.