“Incoraggiamo il settore e gli Stati membri ad utilizzare i nostri strumenti come il certificato Covid digitale per facilitare la riapertura”. Lo ha detto la commissaria Ue per la Cultura, Mariya Gabriel, presentando le linee guida per la riapertura coordinata del settore culturale europeo. La Commissione europea chiede agli Stati membri “un approccio coordinato” per garantire la ripresa in sicurezza delle attività nel settore culturale e ricreativo in tutta l’Unione.
L’esecutivo ha pubblicato alcuni orientamenti che poggiano sulla consulenza scientifica del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e sui lavori del comitato per la sicurezza sanitaria e tengono conto delle diverse situazioni epidemiologiche negli Stati membri e della loro evoluzione.
“La revoca di tutte le restrizioni dovrebbe avvenire in modo graduale”, si legge nel documento di Bruxelles, in cui si evidenzia che ai partecipanti agli eventi culturali “può essere richiesta la prova di negatività al test Covid-19, e/o la prova di vaccinazione, e/o la diagnosi” dell’avvenuta guarigione, come previsto nel green pass Ue.
Viene consigliato di limitare inizialmente il numero di partecipanti al fine di valutare la situazione epidemiologica. Viene raccomandato agli operatori della cultura di “avere un piano di preparazione che specifichi i protocolli di azione quando vengono rilevati casi di Covid-19”, nonché di “garantire che i dettagli del pubblico siano disponibili” per il tracciamento in caso di contagi. Tra le linee guida vi è anche “la vaccinazione delle persone che lavorano in contesti culturali per garantire la loro protezione e quella del pubblico”.
Nessun rilassamento poi in fatto di misure protettive mirate: secondo Bruxelles, le strutture del settore dovrebbero continuare ad attuare il distanziamento sociale quando possibile, mettere a disposizione strumenti come gli igienizzanti per il lavaggio delle mani, garantire una ventilazione adeguata dei locali e la pulizia frequente delle superfici.