“Sirene, urla, gente che corre. Il Molise ha rischiato la tragedia. Termoli, Guglionesi, Campomarino hanno vissuto un vero e proprio inferno. Le fiamme che divampavano davanti agli occhi impauriti dei cittadini sono state domate grazie all’intervento delle forze dell’ordine, dei sindaci in prima linea e grazie a mezzi di fortuna. In questo inferno dov’era il presidente della Regione Molise e capo della Protezione civile? Non un cenno di fronte alla chiusura delle vie di comunicazione (autostrada, ferrovia, statale). Non una parola di conforto. E pensare che l’incendio a Campomarino ha riguardato persino il demanio regionale. Un’altra dimostrazione dell’inadeguatezza di questo soggetto che si mescola alla totale assenza di sensibilità verso il nostro Molise e verso i molisani. E mentre il governatore dell’Abruzzo ha già chiesto lo stato di emergenza per i suoi territori, il governatore del Molise tace sommerso nella vergogna dimostrata ad un intero popolo”. Così Michele Iorio descrive quanto accaduto in un fine settimana drammatico per il Molise.

Si sono sviluppati diversi incendi che hanno provocato danni e disagi. Attorno all’ora di pranzo, in particolare, sono iniziati incendi anche a Campomarino lido, dove le fiamme hanno distrutto completamente un’area della Pineta. Nella gran parte dei casi le fiamme sono state contenute, ma i vigili del fuoco sono ancora al lavoro per cercare di spegnere alcuni roghi con il sostegno di mezzi provenienti anche da altre regioni. Secondo le autorità locali, l’origine degli incendi sarebbe dolosa.

A causa dei roghi sono stati fermati alla stazione di Termoli tre treni. L’amministrazione comunale termolese ha allertato le associazioni di protezione civile che sono sul posto per distribuire acqua e fornire assistenza ai viaggiatori. Interrotta la circolazione anche lungo la statale 16 adriatica, con il traffico deviato sulla viabilità interna dalle squadre Anas.

Nessuna novità insomma per questa estate molisana. Come ogni anno le previsioni degli esperti non servono da monito alle istituzioni competenti per attivare un piano di prevenzione anti roghi già tra il mese di maggio e giugno. Niente bonifica dei terreni abbandonati, niente creazione di fasce tagliafuoco nelle aree relitto con la conseguenza che tra luglio e settembre i catanesi pagano un grosso prezzo in termini di sicurezza e incolumità.