Crisi climatica, carenza di vaccini contro il Covid, sfollamenti, attacchi alle scuole e mancanza di connessione digitale stanno mettendo a rischio l’accesso all’istruzione. In 48 Paesi nel mondo, in particolare, l’educazione è ad altissimo rischio. È l’allarme lanciato da Save the Children.

Un rischio che non risparmia neppure gli studenti in Italia, che dopo un anno e mezzo di dad, fanno registrare una grave perdita di apprendimento, con importanti disparità territoriali e una drammatica ricaduta sul Mezzogiorno.

La percentuale di studenti “in dispersione implicita”, ovvero che non raggiungono livelli sufficienti sia in italiano che in matematica e inglese, alla fine del percorso di istruzione, è aumentata dal 7 al 9,5% su base nazionale. Il divario territoriale resta altissimo: nel Nord solo il 2,6% dei ‘diplomandi’ è risultato in dispersione implicita, al Centro l’8,8% e nel Mezzogiorno il 14,8% (oltre 1 studente su 7). Sono proprio gli studenti più grandi (all’ultimo anno delle superiori) a soffrire di più del calo di competenze, e sono anche quelli che hanno totalizzato il maggior numero di settimane in dad.