di E.S.

Quante persone ricordano cosa stavano facendo l’11 settembre 2001? Quante persone si sono ritrovate salve per un semplice ordinario imprevisto? Quanti italiani, negli anni, si sono ritrovati a lavorare dentro alle Torri gemelle di Manhattan? Sì, proprio le Twin towers. Quelle che non erano soltanto un’icona dello skyline di New York city. Erano un punto d’arrivo: rappresentavano l’ambizione, la forza della realizzazione, una sorta di simbolo di un traguardo raggiunto. Era il sogno americano. Era il riscatto di una vita di stenti in Italia.

Ma quel giorno tutto è crollato, anche quella sicurezza che ha caratterizzato generazioni e generazioni di emigranti. Erano le 8.46, il volo numero 11 dell’American Airlines dirottato da Al Qaeda si era appena schiantato tra il 93esimo e il 99esimo piano della Torre Nord, la World trade center 1. La Torre numero 2 del World trade center, nota anche come Torre Sud, fu la seconda ad essere colpita, tre minuti dopo le ore 9, e la prima a crollare, sessanta secondi prima delle 10. Brucia per 56 minuti. E ricordare quelle immagini, dopo 20 anni, ancora lascia i brividi.

Le vittime furono quasi tremila, almeno 218 vittime italiane e italo americane, e oggi chi racconta di essere salvo è per quei gesti comuni, ordinari che ti portano a essere perennemente in ritardo. E che magnifico ritardo.