di E.S.

Carenze di personale del 118. Lo scorso 4 agosto si evidenziavano le problematiche nella gestione del servizio in Molise. A fronte delle 16 postazioni territoriali per le quali occorrerebbe un organico di 96 unità, l’Azienda sanitaria dispone solo di 56 medici, contingente assolutamente insufficiente a coprire i turni. Un servizio di emergenza sanitaria territoriale al limite della sopportazione e sfruttato, come spesso dichiarato dagli stessi lavoratori – per colmare tutte le carenze del territorio. Si chiedeva a gran voce di attuare un rinnovamento nell’ormai fallimentare meccanismo di intervento in emergenze mediche di qualsivoglia natura che sta affondando ancora di più una nave ormai alla deriva. Medici costretti a lavorare con carichi di lavoro sempre maggiori.

E così “a quasi trent’anni dalla Istituzione del numero unico di emergenza e del sistema di soccorso preospedaliero, il DPR 27 marzo del 1992 risulta ancora innovativo nella visione complessiva del soccorso, ma ha la necessità di essere adeguato all’evoluzione tecnologica e di competenze delle figure che a vario titolo sono parte integrante del sistema”, inizia con questo incipit quella che i promotori hanno chiamata “Carta di Riva” e che è stata sottoscritta durante i lavori del Congresso Nazionale Emergenza Urgenza in corso a Riva del Garda e che ha visto tutte le realtà dell’emergenza dialogare con i rappresentanti delle istituzioni.

Per i promotori della Carta (ai quali si è aggiunta anche la Cives), “appare imprescindibile la necessità di garantire l’integrazione delle varie componenti del Servizio Sanitario Nazionale al fine di garantire le migliori prestazioni possibili nell’ambito dell’emergenza urgenza”.