Il Bonus facciate resta “in vita”. Anche per tutto il 2022, se si vuole “abbellire” la parte esterna di determinati edifici, mediante opere edilizie e di ristrutturazione, si avrà diritto a uno sconto. Ma in misura minore rispetto a quello attualmente in vigore. La manovra ha per ora salvato il Bonus facciate, ma il credito d’imposta, come riferisce il Corriere della Sera, a meno di modifiche dell’ultima ora passa dal 90% al 60%.

È possibile usufruire del credito d’imposta al 90% fino al 31 dicembre 2021 e saldando le fatture attraverso bonifici (parlanti) entro la fine di quest’anno. Dal prossimo febbraio, riferisce sempre il Corriere, sarà prevista la stesura di un listino prezzi valido in tutta Italia. Chiunque voglia usufruire del Bonus facciate dovrà attenersi dunque a quel listino. La mossa del governo è stata dettata dal tentativo di bloccare eventuali truffe dei prezzi gonfiati.

Quali sono gli edifici che possono usufruire del Bonus? Sono quelli che si trovano nella cosiddetta zona A, interessata da agglomerati urbani che rivestono carattere storico, artistico o di particolare pregio ambientale o da porzioni di essi, e nella zona B, che sono quelle parti del territorio edificate in cui la superficie coperta degli edifici esistenti non è inferiore al 12,5% della superficie fondiaria della zona e nelle quali la densità territoriale è superiore a 1,5 mc/mq. Il Bonus facciate non riguarda solo la facciata del palazzo, ma anche i suoi decori, come i balconi, i fregi e gli ornamenti. Il Bonus può essere applicato anche solamente al restauro di terrazzi, cornicioni, decorazioni, senza interessare anche la facciata del palazzo.

Una precisazione è d’obbligo, per una maggiore chiarezza sull’incentivo: il Bonus facciate, relativo a i lavori di pulitura o tinteggiatura esterna, finalizzati al recupero o al restauro della facciata, non ha nulla a che vedere con il Superbonus 110% che prevede il rifacimento esterno del palazzo con il cosiddetto cappotto termico.