di Miriam Iacovantuono

Il territorio molisano, fatto di una identità con radici ben salde nel passato, può essere raccontato e valorizzato attraverso dei progetti, con l’obiettivo di costruire un percorso che guardi al futuro. Con questo scopo è nato il progetto “Sentieri di Acqua e Pietra – SAP” ideato dalla Direzione regionale Musei Molise e che ha visto la partecipazione diretta e attiva di diversi partner. Il progetto, composto da undici interventi sul tema dell’acqua e della pietra, bene comune e strumento di costruzione di competenze e crescita del territorio, si è sviluppato nella Valle del Volturno in Molise, che rappresenta un luogo ideale dove lavorare sul tema della cultura e della sostenibilità.

Flavia Barca, project manager del progetto, spiega che una rete di attori con storie, bisogni, obiettivi specifici e diversi si è impegnata nella valorizzazione del patrimonio culturale e naturalistico, per produrre, tramite esso, innovazione sociale e nuove competenze.

“Comuni, enti pubblici e privati, associazioni, istituti scolastici, professionisti e professioniste hanno affrontato i temi della formazione, della valorizzazione partecipata, della creatività come motore di cambiamento per contribuire ad accrescere il valore sociale ed economico del territorio e delle comunità che lo abitano. Il 2021 è l’anno zero di questo percorso”.

E proprio in questo anno zero al centro due risorse, l’acqua e la pietra, sono state declinate e interpretate come patrimonio culturale e naturalistico capace di produrre innovazione sociale ed economica nei territori coinvolti. Un percorso che è stato scandito da 11 interventi che spaziano in diverse tematiche. Nello specifico è
stato realizzato Infomol che nasce con l’obiettivo di coniugare formazione a livello scolastico e costruzione di competenze nel territorio di riferimento intorno al tema dello sviluppo locale a base culturale e turistica. Con Dire Dante si è voluto omaggiare il Sommo Poeta con un evento teatrale. Spazio poi alla fotografia con il concorso fotografico “Sentieri di Acqua e Pietra: il racconto di un valore per le comunità” con lo scopo di promuovere consapevolezza sul valore della regione Molise, a partire dalle sue risorse culturali e naturalistiche. Con l’attività Laboratorio e Formazione “Acqua e comunità nella Valle del Volturno” e Fontane di Libera sono state prese in cura 6 fontane da intitolare a sei persone uccise per mano della mafia. Con il Concorso per Murales, saranno realizzati due murales in due spazi identificati a Castelpizzuto e Rocchetta al Volturno. Un’altra attività importante è quella della Mappatura Sentieri di Acqua e Pietra che prevede sopralluoghi, esplorazione di tratti ipogei, rilievo e documentazione storica, bibliografica e fotografica. Uno spazio poi è stato dedicato alla formazione per le Guide di comunità e un’altra attività è la Mostra “Sentieri di Acqua e Pietra” – Nel segno dell’acqua – per illustrare come i Romani nel processo di colonizzazione della piana di Venafro, abbiano utilizzato l’acqua come strumento di gestione e infrastrutturazione del territorio conquistato.

Un intervento è stato dedicato al cinema con la rassegna cinematografica “Un fiume di immagini” che, all’interno del progetto Cammina Cultura, prevede una serie di attività di costruzione di competenze mediante lo strumento cinematografico sui temi previsti da “Sentieri di Acqua e Pietra”. E poi l’apertura di un centro
di documentazione sulle risorse idriche del territorio, individuato nella Biblioteca De Bellis Pilla di Venafro.

Interventi che verranno presentati nel festival conclusivo “Acqua&PietraFest”, in programma dal 26 al 28 novembre 2021, che si svolgerà a Venafro e in altri luoghi della Valle. Il festival è il punto di arrivo di un progetto che porta con sé diversi obiettivi. In particolare valorizzare il patrimonio materiale e immateriale
della Valle del Volturno, promuovere consapevolezza e competenze sul concetto di sostenibilità, come anche promuovere competenze per l’imprenditorialità locale giovanile nel settore culturale e turistico e promuovere il partenariato pubblico-privato con un approccio partecipato e aperto. Il progetto inoltre vuole contribuire alla definizione di una destinazione turistica integrata e sostenibile. Se il primo passo del progetto è proprio la definizione di una “identità della Valle”, dedicata in primis a chi vive sul territorio, il successivo è quello di promuovere l’identità anche in funzione della creazione di nuovi strumenti di attrazione dei flussi turistici nazionali e internazionali, all’interno di una strategia integrata che non può non toccare tutte le filiere e attività produttive del territorio.

Un lavoro sinergico che vuole sviluppare delle competenze, creare delle opportunità di crescita e combattere lo spopolamento. Un percorso, dunque, che si sviluppa intorno a due risorse identitarie del territorio e che sono appunto l’acqua e la pietra. E proprio l’acqua, come spiega Flavia Barca, è declinabile in una ricca e complessa molteplicità di temi.

“L’acqua come primaria fonte di sostentamento (acqua e sostenibilità ambientale, acqua e salute, acqua ed enogastronomia, l’acqua minerale…); il controllo dell’acqua come strumento di organizzazione, conquista e modernizzazione, dall’impero romano ad oggi; l’acqua – e la gestione dell’acqua – nella storia e nelle diverse culture; l’acqua ed il tema dei beni comuni; gli sport legati all’acqua. Il Molise, terra di corsi d’acqua, si presta a diventare un territorio di riflessione e progettazione su un futuro in cui l’acqua diverrà, sempre più, bene scarso e prezioso. In rapporto all’uso e al futuro delle risorse idriche si sviluppano quindi alcuni percorsi, tra cui quello dello scambio di saperi (la cultura che si fa strumento di costruzione di competenze sul tema della
sostenibilità, come indicato anche dai Ministri della cultura nella dichiarazione di luglio del G20), su cui insiste molto questa prima fase (anno zero) del progetto Sentieri di Acqua e Pietra. C’è poi il tema del rafforzamento delle comunità locali, nel lavoro sulla consapevolezza del valore delle risorse territoriali. C’è, in prospettiva, il tema dell’innovazione tecnologica, in rapporto all’uso e consumo di acqua”.

E la scelta dell’acqua in rapporto alla pietra è perfettamente coerente con il tema della valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico, laddove quest’ultimo diviene leva fondamentale per la valorizzazione dell’intero territorio regionale.

“Il patrimonio, per definizione, è il centro del racconto del passato (chi siamo stati), del presente (chi siamo oggi) e del futuro (cosa vogliamo diventare), è il luogo della negoziazione dei valori e delle modalità del nostro sviluppo, e quindi del dibattito sulla modernità. La cultura, inoltre, anche se è spesso fanalino di coda dei piani di finanziamento pubblico, è il principale strumento di richiamo, visibilità, comunicazione, “spendibilità” dei territori: è il valore aggiunto del Paese e quello che ancora lo rende attrattivo, non solo per il turismo (il brand Italia all’estero) ma anche, e soprattutto, per l’identità e l’orgoglio di chi ci vive. Per questo la forza del progetto è proprio nel suo essere integrato e multifiliera e irradiato dalla forza centrifuga del patrimonio culturale. La cultura, in sintesi, fa da collante a tutto l’intervento, all’intera rete, disegnandone il marchio in funzione della reputazione del progetto (fiducia, condivisione) ma anche della sua riconoscibilità (identità) e conoscibilità
(comunicazione e marketing), ovvero di una ridefinizione del brand e della mappa dei luoghi”.

Un progetto, dunque, che può portare alla promozione, valorizzazione e rinascita del territorio, ma soprattutto alla consapevolezza, alla fiducia nelle istituzioni ma anche nella collettività, nella costruzione di processi comunitari di cambiamento.

“Solo una volta che le comunità locali ri-conoscono il proprio territorio si può pensare a raccontarlo fuori e a costruire nuovo valore. Questa è la vera sfida del progetto”.

Un progetto “Sentieri di Acqua e Pietra” che si sviluppa in un determinato territorio del Molise, che è quello della Valle del Volturno, ma che si potrebbe estendere in altre aree della regione.

“Il progetto ha un metodo molto chiaro, trasparente. Ogni luogo ha una storia e specificità. Le persone cambiano, cambiano le reti e i saperi. Ma il metodo di lavoro, che ha portato alla definizione della strategia, può certamente essere applicato ad altri luoghi, sperimentato in altri contesti”.

Un lavoro che passa attraverso la partecipazione e il coinvolgimento delle comunità e che disegna la giusta strada per immaginare un nuovo futuro nelle aree interne del Molise.